sabato 19 marzo 2016
Secondo uno studio commissionato dall’International Federation of Robotics (Ifr) saranno tra i dieci e i 14 milioni i posti di lavoro nel mondo, generati dai robot nel 2020.
Dalla robotica nuova occupazione
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Un manifatturiero sempre più robotizzato e automatizzato porterà occupazione: secondo uno studio commissionato dall’International Federation of Robotics (Ifr), saranno infatti tra i dieci e i 14 milioni i posti di lavoro nel mondo, generati dai robot nel 2020. Numeri che fanno vacillare la tesi, condivisa da buona parte dell’opinione pubblica, secondo cui l’avanzamento della robotizzazione e dell’automazione dei processi produttivi implichi necessariamente un calo occupazionale. Al contrario, sostituendo l’uomo nei lavori più meccanici, la robotica porta all’aumento della produttività e alla crescita del settore, e di conseguenza all’aumento dell’occupazione.Le potenzialità della robotica nell’ottimizzazione dei processi produttivi e il supporto dei robot al lavoro dell’uomo sono stati alcuni dei temi di Robot Forum, l’evento sulla robotica che si è tenuto a Parma. Durante la giornata di lavori, player nazionali e internazionali, provenienti dal mondo accademico e industriale, si sono confrontati sulle applicazioni del futuro nell’ambito dell’assemblaggio, settore essenziale del manifatturiero, in cui la robotica ad oggi ha un peso minoritario.Una prospettiva quanto mai rassicurante, dunque, se si tiene conto che, anche nel nostro Paese, si sta puntando sulla 'fabbrica intelligente', dove robotica e automazione saranno le tecnologie chiave per il manifatturiero avanzato: sempre secondo l’Ifr, con oltre 6.200 robot industriali installati nel 2014, l'Italia è il secondo mercato europeo per la robotica ed è fra le prime dieci nazioni al mondo per tasso di robotizzazione (155 i robot ogni 10mila addetti).La caratteristica vincente della robotica è la flessibilità, ovvero la capacità di adattarsi ai cambiamenti nei processi produttivi o alla variabilità delle operazioni e dei pezzi: se il mondo dell’assemblaggio ricorresse in maniera più massiccia alle applicazioni robotiche, queste, automatizzando o affiancando le operazioni manuali, porterebbero a un’accelerazione dei tempi di realizzazione e a una riduzione degli errori, insieme ad un incremento della produttività.Un tema quanto mai sentito non solo nel nostro Paese, ma in tutta Europa. Sono molti, infatti, i progetti europei che dedicano risorse e ricerche all’assemblaggio come frontiera delle capacità dei robot e banco di prova per le nuove tecnologie. 'Robot Forum' darà voce a ricercatori di tutta Europa impegnati a sviluppare progetti 'Factories of the Future', dove si applicano tecnologie innovative, che ancora non si trovano sul mercato, con l’obiettivo di delineare i processi della fabbrica del futuro.Tra le sfide che la ricerca applicata in robotica si trova ad affrontare, c’è la centralità dell’uomo. I robot del futuro per essere realmente d’aiuto devono avere una capacità di manipolazione, di visione, di comprensione dell’ambiente circostante pari a quelle umane, al fine di effettuare operazioni sempre più sofisticate e supportare gli operatori nel loro lavoro.La robotica collaborativa rappresenta una grande opportunità, ma ha rilevanti implicazioni dal punto di vista della sicurezza degli operatori. Mettere l’uomo al centro significa perciò creare robot in grado di affiancare con efficacia l’operatore umano, sviluppando un ambiente lavorativo sicuro, dove non si creino contatti pericolosi seppur involontari."Avere assistenti molto capaci e precisi - precisa Federico Vicentini, coordinatore di Robot Forum - offre incredibili opportunità di migliorare anche la condizione lavorativa. Ma le grandi opportunità nell’uso a stretto contatto comportano anche grande attenzione alla sicurezza e a tutta la sfera di usabilità e accettabilità di robot collaborativi da parte di soggetti umani".
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