giovedì 12 gennaio 2017
Dopo il successo di "Io so e ho le prove", l'ex manager Vincenzo Imperatore debutta sabato con uno spettacolo teatrale allestito da Giovanni Meola (nella foto la tavola rotonda di presentazione)
Un  momento della presentazione dell'iniziativa

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Lo "squalo" che non ti aspetti. Vincenzo Imperatore (da Napoli) è l’ex manager bancario che, stanco di raggirare clienti, ha deciso di scrivere un libro per mettere in guardia dai rischi che si corrono a fidarsi troppo delle banche. Le sue "confessioni" sono raccolte in Io so e ho le prove (edito da Chiare lettere nel 2015): è un resoconto dettagliato dei "trucchetti" al limite della legalità con cui gli istituti di credito ingannano – ancora adesso – i correntisti. E sì. Perché nonostante le banche fallite, il salvataggio da parte dello Stato di alcune di esse, la disperazione dei piccoli risparmiatori che hanno perso tutto e degli imprenditori a cui vengono negati crediti e mutui, il malcostume continua indisturbato. O quasi. Parla per esperienza questa "gola profonda": «Il problema non è tanto lo stipendio dei manager in rapporto a quello dei dipendenti. Ma i sistemi di incentivazione che non hanno alcun parametro etico. Pur di ottenere i bonus, per esempio, ho venduto un miliardo di lire in diamanti. Ma anche polizze assicurative e derivati garantivano margini di guadagno consistenti. Finora non ho avuto nessuna querela o denuncia. E nemmeno una censura. Anzi. Dalla mia parte ho avuto i giornalisti di quasi tutte le testate».

Poi arrivò la crisi del 2009 e i suoi superiori tentavano di scaricare il disastro finanziario sui sottoposti e – come un effetto domino – anche sui clienti. Per esempio, dopo il primo gennaio aumentano i tassi di interesse a tutti i conti correnti di una percentuale dello 0,1%, sicuri che solo il 3% dei correntisti nota l'aumento. Un giochino che fa guadagnare milioni ogni anno.

Altra procedura abituale è il cambio delle condizioni contrattuali in caso di fusione tra istituti diversi. Ovviamente senza avvertire i clienti, con buona pace dell'articolo 118 del Testo unico, che vieta espressamente operazioni simili. Altro gioco di prestigio è l'importo degli assegni disponibili in valuta che arriva solo dopo 4/5 giorni permettendo alla banca di guadagnare ulteriormente sul mercato interbancario.

E ancora: i costi eccessivi caricati sui conti correnti («almeno il 20% di quello che il correntista paga non dipende dal tasso d'interesse»). La moltiplicazione delle commissioni. Il ricatto psicologico dietro le richieste di rientro. L'anatocismo e l'usura. Le tecniche per piazzare un diamante, una polizza assicurativa o un derivato. E ancora centinaia di irregolarità e leggerezze nella redazione dei contratti.

«Le banche – continua Imperatore – sono abituate a non scontare la pena, e non risarciscono. Al limite restituiscono per ricominciare la volta dopo. Però temono il danno reputazionale». Parola di esperto che garantisce che con gli istituti di credito servono preparazione, attenzione e nessuna remora nel denunciare. Il correntista infuriato, infatti, è il primo timore dei banchieri, tanto da aver fatto istituire un fondo speciale, conosciuto dagli addetti ai lavori, denominato 72H. La sigla rappresenta un sistema che permette di attingere in tempi rapidi a una riserva di denaro per risarcire con pochi spiccioli il cliente che ha scoperto la fregatura. La regola numero uno, infatti, è non finire mai in tribunale. Le banche sanno che un processo costerebbe caro. E per chi è abituato a maneggiare soldi (altrui) ci sarebbe un danno non sono finanziario, ma soprattutto d’immagine.

«Perciò denunciate gente, denunciate», è l’invito dell’ex manager per 20 anni nelle direzioni operative di alcuni tra i più blasonati istituti di credito italiani. Prima e dopo la crisi economica. Questo libro rappresenta uno strumento utile dalla parte del correntista. Vincenzo Imperatore (nato a Napoli nel 1963), laureato con il massimo dei voti in Economia e commercio, dopo un master in Business administration a Roma, è stato quadro direttivo addetto alla gestione delle risorse umane, poi direttore di filiale, direttore Centro piccole e medie imprese e direttore di area nelle piazze più importanti del Meridione. Nel 2012 ha scelto la strada della libera professione e ha fondato una società di consulenza aziendale che tra le altre attività assiste i propri clienti nelle ristrutturazioni dei debiti bancari.

Ora il suo libro – che ha all’attivo oltre 40mila copie vendute – è diventato uno spettacolo teatrale. Grazie a Giovanni Meola (anche lui napoletano), autore, attore e regista – da 15 anni impegnato nel teatro civile – le pagine sono diventate un monologo, che si arricchisce di una presenza in scena, quella di Daniela Esposito. Il debutto nazionale è in programma sabato 14 gennaio (ore 21) al Teatro Il Piccolo Re di Roma. Forse anche così, con la "conversione" di un ex manager e il contributo della cultura, si può far crescere la coscienza dei cittadini.

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