"Il mondo non ha mai conosciuto così tante leader donna, eppure manca ancora di riconoscere la loro piena potenzialità". Lo sostiene
Kristin Engvig, fondatrice di Win e Win Conference, nel corso della conferenza annuale (quest'anno a Roma) che valorizza la
leadership femminile e le aziende che promuovono le pari opportunità, e aiuta
le donne a mettere a fuoco le sfide che si trovano ad affrontare nel
mondo del lavoro, in famiglia, nella società. Durante la conferenza si parla di buone pratiche di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, delle nuove tendenze di mercato, di come acquisire qualità da leader e rompere il ‘tetto di cristallo’, di come creare un'efficace rete di relazioni. Ai dibattiti si affiancano lezioni di yoga e sviluppo personale per imparare a meglio perseguire gli obiettivi di carriera. Sono circa 700 partecipanti, il 93% donne: manager di multinazionali (tra queste Nestlé), rappresentanti delle istituzioni, del mondo accademico, delle Ong e libere professioniste. "In Italia - spiega Peter Vogt, Deputy Executive Vice President Human Resources di Nestlé - abbiamo un'alta percentuale di donne che occupa posizioni di rilievo tra quadri e dirigenti: sono il 34% del totale dei manager. Da sempre offriamo le stesse opportunità di accesso e di sviluppo di carriera a tutti, tenendo conto non solo della differenza di genere, ma anche dell'appartenenza a gruppi etnici. La nostra politica è globale e flessibile e intende rispettare la cultura dei Paesi in cui lavoriamo. La nostra regola prevede sempre la candidatura di almeno una donna quando vi sono posizioni apicali da ricoprire".Nonostante l’Italia si collochi all’avanguardia per la legge sulle quote rosa nei Cda delle società private e pubbliche quotate, c’è ancora molta strada da fare per raggiungere una parità tra i sessi, come registra il World economic forum nel suo ultimo rapporto sul
Gender Gap. Siamo al 111° posto su 145 Paesi. Le italiane che lavorano sono poche e fanno pochi figli, una tendenza confermata dagli ultimi dati Istat del secondo trimestre 2016. L’Italia manca di riconoscere il ruolo positivo che le donne giocano in economia. In Norvegia dove il 73% delle donne lavora - contro il 47% dell’Italia - l’apporto delle donne che lavorano al Pil nazionale è superiore a quello dell’industria del gas.
Nestlé si distingue in Italia non solo per l'alta e qualificata presenza femminile. La multinazionale è all'avanguardia con i piani di welfare. Tra le buone pratiche: il lavoro agile e le iniziative speciali di
conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro, come il
progetto 90 giorni, per accogliere i bimbi in ufficio durante i periodi
di chiusura delle scuole."Abbiamo lanciato la Maternity Protection
Policy - sottolinea Sonia Studer, Global Head of Diversity & Inclusion di Nestlé - un innovativo programma che garantisce a tutti i dipendenti, in
tutto il mondo, l'applicazione di standard elevati di tutela della
genitorialità per le persone del Gruppo".Il programma di Nestlé è molto
articolato e garantisce, tra l’altro, un minimo di 14 settimane
retribuite di congedo di maternità, nonché il diritto di prolungare
l'astensione dal lavoro per ulteriori sei mesi. Questa tutela si applica
a tutte le persone che hanno esigenze di cura di neonati, inclusi i
padri e i genitori adottivi".Il Gruppo si
distingue inoltre per l’estensione del congedo di paternità a due
settimane di permesso retribuiti al 100% dello stipendio in aggiunta ai quattro
giorni già stabiliti, per la presenza di asili nido aziendali e per la
creazione di strumenti pratici di supporto alle famiglie come la
distribuzione del Maternity & Paternity Kit ai futuri genitori e la
sottoscrizione volontaria della Carta per le Pari Opportunità, promossa
da ministero del Lavoro, ministero Pari Opportunità e Sodalitas. Il benessere aziendale si traduce spesso in migliore produttività da parte dei dipendenti. Tanto che i risultati economici positivi spingono la Nestlé a investire in capitali e risorse umane.Dopo la recente apertura del sito di imbottigliamento di Castrocielo (Frosinone), infatti, la multinazionale rilancia con altri 150 milioni di euro - solo per il settore delle acque minerali - e un piano di sviluppo da oltre 60 milioni di euro iniziali in tre anni che punta a potenziare lo stabilimento della Perugina di San Sisto (Perugia) per confermarne la posizione come uno dei poli produttivi di eccellenza del cioccolato all’interno del Gruppo.