venerdì 13 novembre 2015
Terza edizione del Lang Philanthropy Day, che si terrà il prossimo 19 novembre a Milano (Palazzo Clerici), dedicato ad approfondire i temi dell'efficacia dell'azione filantropica e della valutazione dell'impatto sociale con i protagonisti del settore.
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Anche in Italia la filantropia investe sempre più in cultura. Un amministratore delegato su tre delle principali imprese a livello mondiale considera la sostenibilità come una delle priorità d'investimento aziendale. Un risultato degno di nota, se si considera che fino al 2010 tale proporzione era di solo uno su dieci. Sono alcuni dei risultati contenuti nel report Corporate Social Impact Strategies – New paths for collaborative growth”, pubblicato nel 2015 dalla European Venture Philanthropy Association (Evpa),  presentato in Italia dal Centro Studi di Fondazione Lang Italia, insieme a nuovi dati e trend della filantropia strategica corporate.Sono cresciute anche le Fondazioni italiane: ne sono state censite 6.220. La maggior parte è concentrata nel Nord. Mentre i dipendenti risultano 91.783, gli esterni 17.039, i lavoratori temporanei 1.134 e i volontari 51.283. È interessante osservare la distribuzione regionale media dei lavoratori (dipendenti ed esterni) in relazione alla numerosità delle Fondazioni. Se infatti non è una sorpresa, data la maggior numerosità, che le Fondazioni nel Nord-Ovest impieghino più staff (fisso ed esterno), risulta comunque nettamente superiore la numerosità media di dipendenti per Fondazione (24,8). Al Centro, con una numerosità di Fondazioni pari al 53% rispetto al Nord-Ovest, la percentuale media di dipendenti impiegati è circa 1/3 (8,1), mentre si registra il maggior numero di volontari in ogni realtà (11,4).Infine, se osserviamo il dato a livello provinciale, il primato assoluto spetta a Milano, che impiega 25.118 lavoratori (delle varie tipologie) e il numero maggiore di dipendenti fissi. Per un riscontro immediato la città, con 20.010 dipendenti, risulta superiore all’intero Nord-Est (seconda area geografica in Italia per numero di dipendenti). Seguono Brescia (8.134) e Pavia (5.573).Guardando il numero di lavoratori esterni, Milano (4.764) è seguita da Roma (1.675) e da Bologna (1.316).È invece Terni a guidare la classifica per numero di volontari (8.308), precedendo Milano (6.352) e Roma (3.636). Appare infatti fondamentale il ruolo del volontariato soprattutto nelle città del Sud dove la percentuale di dipendenti fissi scende drasticamente: in particolare si segnalano i casi di Benevento e di Agrigento: le 16 Fondazioni attive nelle due città, contano in totale quattro dipendenti e quattro collaboratori esterni, ma ben 137 volontari.Attraverso questi dati, la Fondazione Lang, dedita ai temi dell'efficacia dell'azione filantropica e della misurazione dell'impatto sociale, che supporta imprese, enti e privati anche attraverso corsi  sulla filantropia strategica e sull'impatto dell'investimento, mette in luce alcuni elementi che identificano le ultime strategie delle grandi imprese.Questi argomenti saranno tra i temi che verranno affrontati durante la terza edizione del Lang Philanthropy Day, il cui Main Sponsor è Banca Esperia, che si terrà il prossimo 19 novembre a Milano (Palazzo Clerici), dedicato ad approfondire i temi dell'efficacia dell'azione filantropica e della valutazione dell'impatto sociale con i protagonisti del settore. La giornata vedrà la presenza di relatori di respiro nazionale e internazionale e consentirà un confronto sulle più avanzate riflessioni in ambito filantropico, oltre che un momento utile per avviare un più stretto networking tra i diversi soggetti impegnati in attività in grado di generare un reale valore aggiunto per la comunità. L’evento si propone come primo momento d’incontro e riflessione condivisa sulla nuova frontiera di fare filantropia con i protagonisti del settore. Tre sarebbero le motivazioni che spingono ad azioni filantropiche. La prima è etica: si vuole lasciare un’eredità positiva di se stessi; ne sono la riprova gli esempi di Bill Gates e Warren Buffet che nel 2010 hanno invitato le famiglie americane più facoltose ad impegnarsi pubblicamente a donare la maggior parte del loro patrimonio alla filantropia: un invito che è stato ascoltato da molte famiglie benestanti.  La seconda è coinvolgere con questi progetti le nuove generazioni ; la terza  riguarda la volontà di creare shared values. Insomma, si tratta di un atteggiamento positivo delle corporation sugli investimenti filantropici strategici: non più quindi solo donazioni ma azioni di medio e lungo periodo integrate, dove ci si avvalga dell'esperienza di specialisti del settore.  "Un tratto comune che può unire diversi tipi di filantropi (dall’individuo alla corporate) - ha commentato Lucia Martina, segretario generale della Fondazione Lang Italia - si ritrova nell’affermarsi di logiche blended value che ricercano la creazione di valore sociale ed economico al contempo. I modelli di collaborazione delle imprese più innovative si basano, infatti, su una prospettiva di lungo termine capace di generare risultati win-win per tutti i portatori d’interesse - un’ottica multistakeholder che risulta difficilmente raggiungibile tramite approcci di filantropia tradizionale".Una idea condivisa anche dal segretario generale della Fondazione Avsi Giampaolo Silvestri: "Da una decina d’anni il nostro rapporto con il mondo imprenditoriale è andato via via intensificandosi e riteniamo che il legame tra business e tematiche sociali come i diritti umani sia centrale se vogliamo creare sviluppo. Con esse è possibile stabilire delle partnership con risultati positivi. Le Ong internazionali e locali possono svolgere il ruolo di copertura della distanza tra le politiche e il bisogno della comunità e della persona, cioè 'l'ultimo miglio'. Credo che sia centrale che l’impresa capisca quali sono i vantaggi della collaborazione con le ong per realizzare interventi sociali con un impatto positivo sulla comunità dove l’impresa stessa opera. La nostra esperienza in Brasile con Fiat, con Enel in altri paesi dell’America Latina, e con le piccole e medie imprese in Uganda nell’ambito dell’agricoltura ci dicono che se l’impresa fa business tenendo conto dell'impatto sostenibile sulla comunità, comunque opta per un approccio vincente per tutti gli attori coinvolti".
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