giovedì 15 ottobre 2015
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I poveri entrano finalmente nella legge di Stabilità. Si comincia infatti a investire in una politica di contrasto alla povertà estrema. Non era più possibile lasciare senza risposte un dramma così profondo, che nel nostro Paese riguarda oltre 4 milioni di cittadini, di cui 1 milione di minori. Ma per essere davvero efficace l’intervento deve essere strutturale. L’impegno di oggi dovrebbe essere un inizio a cui far seguire altro.E invece non appare così. Il governo ha infatti annunciato di voler impegnare, in particolare a favore dei bambini, 600 milioni di euro quest’anno, 1 miliardo nel 2017 e 1 miliardo anche nel 2018. La cifra di partenza è assai simile a quanto stimato dall’Alleanza contro la povertà per avviare il primo modulo del Reis, il Reddito di inclusione sociale che si propone di dare un supporto variabile in base ai componenti del nucleo familiare fino a 400 euro al mese. Se allora davvero si vuole strappare dalla povertà estrema bambini e adulti che ne sono prigionieri, un miliardo l’anno è del tutto insufficiente, ne servono almeno 7 da raggiungere in un quadriennio al massimo. Oltre ad attivare una serie di servizi pubblici e del privato sociale per accompagnare sul piano sociale ed educativo quanti versano in povertà.Ecco il contrasto che ancora stride nella manovra del governo Renzi: si impegnano 3,5 miliardi per tagliare a tutti – redditi bassi, medi, alti e altissimi – l’Imu-Tasi sulla prima casa, solo 600 milioni per strappare i bambini alla miseria. Un piatto troppo povero, una dieta ancora squilibrata.
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