martedì 2 giugno 2015
​Il primo ministro greco prova una contro-proposta "realistica" per tenere il Paese dentro l'Unione monetaria.
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A Bruxelles nessuno vuole parlare di ultimatum alla Grecia, ma ci siamo piuttosto vicini. Dopo l’incontro di lunedì sera a Berlino i vertici di Bce, Commissione europea, Fondo monetario internazionale e i leader di Francia e Germania, martedì sono proseguite le discussioni tra le tre istituzioni. Secondo indiscrezioni sarebbero state in buona sostanza superate le divergenze tra Fmi ed europei (soprattutto la Commissione, considerata troppo "morbida" con Atene), tanto da poter approntare una bozza di accordo da sottoporre al premier greco Alexis Tsipras già oggi. Il quale, però, ieri ha a sua volta annunciato un proprio documento di riforme. «Le autorità greche e le istituzioni – ha commentato laconica una portavoce del commissario agli Affari economici Pierre Moscovici – si stanno scambiando molti documenti per tradurre in pratica l’accordo raggiunto in sede di Eurogruppo lo scorso 20 febbraio. Il fatto che ci sia questo scambio di documenti è già un buon segno». Al centro sempre i famosi 7,2 miliardi di euro dell’ultima tranche del prestito, cui potrebbero aggiungersi almeno parte dei 10,9 miliardi di euro accantonati per la ricapitalizzazione delle banche greche. Soldi necessari per affrontare le pesanti scadenze che attendono Atene, con 1,6 miliardi di euro all’Fmi in due tranche (la prima, da 300 milioni, è tra due giorni) a giugno, più 6,7 miliardi di euro da rimborsare alla Bce in due rate tra luglio e agosto. Nella notte, inoltre, la Bce ha discusso sull’ulteriore aumento della liquidità d’emergenza (Ela) per le banche greche, secondo indiscrezioni portandolo a 80,7 miliardi di euro. Oggi pomeriggio si riunirà l’Euro Working Group  (cui partecipano i vertici tecnici dei ministeri delle Finanze dei 19 paesi dell’eurozona) in teleconferenza.Elemento cruciale dell’intesa tra le istituzioni, dicono varie fonti, è che ora il Fmi non pretende più dagli europei un formale impegno ad accollarsi il costo di una ristrutturazione del debito greco, anche se l’istituzione di Washington continua a pensare che questa possibilità rimanga sullo sfondo, se la Grecia non attuerà le necessarie riforme. La bozza che sarà inviata ad Atene, scrive il Financial Times, chiederebbe alla Grecia un avanzo primario (e cioè al netto degli interessi del debito), intorno all’1% del Pil (contro il 3% precedentemente chiesto) per il 2015. Ieri fonti di Atene citate da Bloomberg riferivano che la Grecia è disposta ad arrivare allo 0,8% – su questo punto, insomma, il divario non è enorme. Il problema però è che le istituzioni insistono su alcune riforme che non piacciono ad Atene. Da un lato c’è quella delle pensioni: Atene ha mostrato aperture, ma non basta. Ancora più ostico è il capitolo della riforma del mercato del lavoro, su cui il governo di Tsipras non ci sente. E infatti il documento di 46 pagine inviato dal premier greco alle istituzioni è giudicato a Bruxelles insufficiente. «Ci sono stati veri progressi nei colloqui – ha dichiarato il commissario Moscovici – e ci sono basi solide per progredire, ma non ci siamo ancora». «Non troveremo un accordo a metà strada – ha tagliato corto il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem –, le riforme sono un pacchetto che deve essere solido». Fonti vicine al dossier citate dal Wall Street Journal ieri parlavano di «pochi margini di negoziato» per Tsipras, che «dovrà accettare o rifiutare».  E che non sia cosa semplice è dimostrato dalle parole del premier sul proprio documento, che appaiono a loro volta una sorta di ultimatum. «Abbiamo sottoposto un piano realistico per la Grecia per uscire dalla crisi – ha dichiarato – la cui accettazione da parte delle istituzioni, dei nostri creditori e dei nostri partner in Europa segnerà la fine delle divisioni in Europa. Ora la decisione spetta ai leader europei». I prossimi giorni permetteranno di capire se si potrà evitare il peggio. Secondo Dijsselbloem, però, «anche se le istituzioni raggiungessero un’intesa in settimana con la Grecia, questa dovrebbe passare per una riunione dell’Eurogruppo. Quindi anche teoricamente un accordo entro questa settimana non è possibile». Ieri fonti del governo di Berlino citate da media tedeschi facevano sapere che sarà difficile un accordo prima di domenica, quando si aprirà il vertice del G7 in Baviera.
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