L'Italia rimane il fanalino di coda in termini di crescita del Pil nella zona euro e nell'Unione Europea, secondo le previsioni economiche d'autunno pubblicate dalla Commissione europea. Il nostro Paese dovrebbe registrare una crescita dell'1,1% nel 2018 e dell'1,2% nel 2019 contro una media nella zona euro del 2,1% per quest'anno e dell'1,9% per il prossimo. Lo Stato che cresce meno dopo l'Italia nella zona euro è il Belgio con l'1,5% nei prossimi due anni. Nell'Unione Europea a 28 anche il Regno Unito fa meglio dell'Italia, con una crescita del Pil dell'1,3% nel 2018 e dell'1,2% nel 2020.
La Commissione europea, inoltre, vede nel 2019 il rapporto deficit/Pil dell'Italia balzare al 2,9%. Quindi ben oltre il 2,4% ipotizzato dal governo Lega-M5s.
Le prospettive di crescita dell'Italia «sono soggette a un'elevata incertezza, con rischi al ribasso
intensificati. Una crescita prolungata dei rendimenti dei titoli di Stato peggiorerebbe le condizioni di raccolta per le banche e ridurrebbero ulteriormente l'offerta di credito, mentre la spesa pubblica potrebbe scoraggiare gli investimenti privati», riportano le previsioni economiche d'autunno della Commissione Europea diffuse oggi.
«L'Italia non è stata oggetto di un trattamento particolare, ma è stata oggetto esattamente dello stesso trattamento degli altri Stati membri. Vorrei fugare le polemiche: i servizi della Commissione sono imparziali e indipendenti, ci limitiamo a fare delle proiezioni». Così il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Pierre Moscovici, nella conferenza stampa sulle previsioni d'autunno. Moscovici precisa che «le nostre previsioni differiscono da quelle del governo per le nostre stime sulla crescita, che sono più conservative e prudenti come quelle di altri previsori internazionali, e per i tassi di interesse più alti che aumenteranno la spesa per il rimborso del debito». Tuttavia le stime di Bruxelles «sono fatte sulla base del Documento programmatico di bilancio ricevuto il 16 ottobre, ma come sapete stiamo aspettando una risposta del governo italiano entro il 13 novembre, e la situazione può essere diversa quando questa risposta arriverà».
La Commissione Ue, infine, vede un tasso di disoccupazione italiano in calo al 10,7% nel 2018, dall'11,2% nel 2017, e poi ancora in discesa al 10,4% nel 2019 e al 10% nel 2020. Secondo Bruxelles «l'occupazione dovrebbe crescere di circa l'1% all'anno nel periodo 2018-2020, in linea con l'attività economica e sostenuta dagli incentivi alle assunzioni».
La replica del ministro Tria
Le previsioni della Commissione europea relative al deficit italiano sono «in netto contrasto» con quelle del governo e derivano da «un'analisi non attenta e parziale» del Documento programmatico di bilancio (Dpb) e della legge di Bilancio. Lo scrive in una nota il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, commentando le nuove previsioni dell'esecutivo comunitario che vedono per il 2019 il rapporto deficit/Pil italiano balzare al 2,9% e il Pil crescere dell'1,2%. Il governo ha invece fissato un indebitamento al 2,4% del Pil nel 2019 e un obiettivo di crescita a +1,5% a fronte di un +0,9% tendenziale. «Ci dispiace constatare questa défaillance tecnica della Commissione, che non influenzerà la continuazione del dialogo costruttivo con la Commissione stessa in cui è impegnato il Governo italiano», scrive Tria nella nota. «Rimane il fatto che il Parlamento italiano ha autorizzato un deficit massimo del 2,4% per il 2019 che il governo, quindi, è impegnato a rispettare», conclude la nota.