Il sistema produttivo culturale e creativo italiano continua ad andare in controtendenza rispetto all’economia nazionale. Come testimoniano gli ultimi dati, la cultura genera il 6,1% della ricchezza prodotta (circa 89,7 miliardi di euro) nel nostro Paese e dà lavoro a quasi 1,49 milioni di persone, il 6,1% del totale degli occupati italiani. In sintesi, la filiera culturale italiana riesce a resistere e, in qualche a modo, a 'reagire'. Teatri, biblioteche, musei pubblici e privati e gallerie d’arte stanno legando sempre di più la loro esistenza ad attività di fundraising, cercando nuove forme di finanziamento attraverso grandi sostenitori, fondazioni, imprese e iniziative di crowdfunding e progetti europei.Come evidenzia
Martina Bacigalupi, docente del corso
Cultura e Fundraising: "È indicativo il dato raccolto con Europa Creativa: l’Italia è il Paese che ha più candidato più proposte alla call 2016. Ciò significa che il mercato europeo dei finanziamenti interessa sempre di più le organizzazioni culturali italiane. D’altro canto, questo dato va letto affiancandolo a uno meno entusiasmante: per i progetti su piccola scala, delle 79 proposte che sono state presentate da enti italiani solamente il 7,59% sono state finanziate. Decisamente un tasso di successo che non può lasciare soddisfatti".Diventa evidente, perciò, quanto sia urgente che la filiera culturale italiana investa in figure professionali dedicate al fundraising, figure capaci di comunicare adeguatamente anche l’impatto sociale delle istituzioni culturali, elemento chiave per attivare strategie di fundraising di successo. Nell’ultimo anno e mezzo ci sono stati segnali forti che fanno pensare che anche l’Italia sia finalmente pronta per parlare di fundraising nel settore culturale. Da un lato il crowdfunding con il 37% delle campagne attivate che riguardano progetti creativi e culturali . Dall’altro l’Art Bonus che in meno di 2 anni di attivazione ha generato oltre 3.300 donazioni per un totale di oltre 100mila euro raccolti (dati a giugno 2016). "Gli strumenti di raccolta fondi ci sono, la disponibilità al dono dei cittadini italiani anche (e non solo per il patrimonio culturale) - afferma
Marianna Martinoni, docente del corso
Cultura e Fundraising –. Anche l’alibi di scarsi incentivi fiscali non è più utilizzabile! Ora è davvero urgente lavorare sulle competenze di chi lavora all’interno delle organizzazioni e delle imprese culturali per rendere il fundraising un’attività strategica, condivisa a tutti i livelli e soprattutto degna di stare nelle stanze dei bottoni dove si decidono programmi, attività, progetti".Per questo The Fundraising School, prima scuola italiana dedicata alla formazione sulla raccolta fondi promossa da Aiccon, promuove il corso
Cultura e Fundrasing - giunto alla XVI edizione – che si terrà a Forlì il
27 e 28 ottobre 2016.Il corso si rivolge a teatri, biblioteche, musei pubblici e privati, gallerie d’arte, associazioni che operano nel settore della cultura e delle arti con l’obiettivo di offrire un approccio professionale e operativo al fundraising in questo settore.Il programma e la scheda di iscrizione sono pubblicati sul sito
www.fundraisingschool.it.