Negli anni Settanta in Sudamerica la rivoluzione la facevano gli uomini con il mitra. Mezzo secolo più tardi la fanno le donne con il microcredito. Più pratico, più etico e soprattutto funziona. Quasi la metà dei prestiti di Refider sono erogati a imprenditrici e donne sono le dirigenti della rete delle cooperative della Sierra Norte, come Leri Minda, che ha accolto la delegazione delle Banche di credito cooperativo italiane nel villaggio di San Clemente, sulle Ande ecuadoriane.
Anche Codesarrollo, la banca promossa dai salesiani per finanziare i campesinos, ammette che la quota rosa dei finanziamenti è quella più solvente. A scrivere la Storia sono molti italiani. Non solo i salesiani che sono all’origine dei progetti di credito cooperativo in Ecuador, ma anche Federcasse che sta sostenendo lo sviluppo delle imprese campesine attraverso un accordo ventennale con Codesarrollo. Ieri si è tenuto l’incontro dei dirigenti italiani con la comunità campesina che negli ultimi anni ha trasformato San Clemente, un’area montuosa e arida, in una oasi della frutticultura. Cesar Colimba, presidente degli agricoltori, ha spiegato che la priorità ora è dotare le comunità di strutture di commercializzazione, per non essere ostaggi della distribuzione.
E Gabriela Hernandez, che guida 167 imprese bio, ha spiegato che Producampo sta investendo proprio in questa direzione, sperimentando la vendita diretta nelle città. Codesarrollo eroga ogni anno prestiti alle imprese campesine dell’Ecuador settentrionale per 140 milioni di dollari. La banca del microcredito è una creatura della chiesa ecuadoriana, attraverso il Fepp, un fondo creato negli anni Settanta sulla spinta della Populorum Progressio.