giovedì 13 agosto 2020
Nella trattativa sui contratti scaduti, il presidente del Consiglio nazionale per l'economia e il lavoro consiglia di inserire la regolamentazione sullo "smart working"
La pandemia ha cambiato il lavoro per milioni di persone

La pandemia ha cambiato il lavoro per milioni di persone - Archivio

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«La pandemia da Covid-19 ha cambiato radicalmente il lavoro e l’organizzazione aziendale, nelle imprese come nelle pubbliche amministrazioni. Lo smart working è stato uno strumento molto utile durante l’emergenza, ora occorre renderlo strutturale. Il grande numero di contratti scaduti e la nuova stagione della contrattazione che si sta aprendo non può non tenerne conto». Ad affermarlo è il presidente del Cnel Tiziano Treu in occasione dell’uscita del nuovo numero del Notiziario su mercato del lavoro e contrattazione che dedica ampio spazio al tema del lavoro agile.

In Italia, prima che l’emergenza sanitaria costringesse al blocco, lavoravano da remoto circa 500mila lavoratori, mentre nelle settimane di isolamento imposto da Covid-19 si stima che i lavoratori a distanza abbiano raggiunto gli otto milioni. La gran parte degli smart worker - l’82% - ha cominciato a lavorare da casa solo a seguito dell’emergenza sanitaria. Nel 37% dei casi, lo smart working è stato attivato in modo concordato con il datore di lavoro, nel 36% dei casi in modo unilaterale dal datore di lavoro e solo nel 27% dei casi l’ativazione è stata preceduta da una negoziazione alla quale ha partecipato il sindacato (fonte: sondaggio Cgil-Fondazione Di Vittorio).

«Nei 100 giorni della pandemia l’Europa è cambiata più che negli ultimi 30 anni. I provvedimenti assunti dalle istituzioni europee esprimono per la prima volta un impegno comune anche finanziariamente significativo per sostenere i Paesi maggiormente colpiti dal Covid-19, a cominciare dall’Italia. Ora dobbiamo essere tutti all’altezza di questo impegno, facendo il miglior uso delle risorse nella direzione indicata dalla Commissione europea. È fondamentale gestire in modo innovativo le due grandi transizioni che l’Unione ci chiede, quella digitale e quella verde, che determineranno il nostro futuro verso uno sviluppo sostenibile», sottolinea il presidente Cnel nel suo editoriale.

Inoltre, nel magazine viene illustrata la proposta di legge su Tutele delle lavoratrici e dei lavoratori autonomi e dei liberi professionisti iscritti alla gestione separata Inps, approvata dall’ultima assemblea del 28 luglio scorso. Due gli approfondimenti sul rinnovo dei contratti chimico-farmaceutico e della sanità privata, di cui è stato firmato il pre-accordo nel giugno scorso. Come di consueto nel Notiziario spazio ai numeri e alle analisi dell’Archivio nazionale dei contratti del Cnel. Si evidenzia che i sette più importanti accordi nazionali riguardano oltre 736mila aziende (61% del totale), con un numero complessivo di addetti pari a circa 6.158.000 (59%). Si tratta dei lavoratori del terziario della distribuzione e dei servizi; dei metalmeccanici; turismo; meccanici; logistica, trasporti e spedizioni; servizi di pulizia e servizi integrati; sanità privata e socio-assistenziale.



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