Un giovane falegname - Archivio
A giugno si conferma il lieve recupero di posti di lavoro nell'artigianato e nelle piccole imprese che si è avviato il mese precedente con l'allentamento delle misure restrittive. Lo afferma l'Osservatorio mercato del lavoro della Cna, secondo cui «il trend positivo è il risultato del rimbalzo dei livelli produzione e soprattutto del blocco dei licenziamenti». A giugno l'aumento degli occupati è pari allo 0,7% su base mensile consolidando il dato di maggio (+0,5%) e riportando il numero degli occupati ai livelli di febbraio scorso. L'Osservatorio curato dal Centro Studi della Confederazione, che analizza mensilmente le tendenze dell'occupazione nell'artigianato e nelle pmi (su un campione di quasi 20mila imprese associate con circa 140mila dipendenti) osserva che indicazioni meno positive emergono nel raffronto annuale. Su base tendenziale il numero degli occupati a giugno mostra una contrazione dello 0,7% rispetto allo stesso mese del 2019 e osservando il "ciclo stagionale" a giugno l'occupazione nelle micro e piccole imprese e nell'artigianato raggiunge il livello più alto in termini di occupati. Se il trend dell'occupazione nei prossimi mesi sarà in linea con gli anni precedenti il 2020, il saldo a fine anno mostrerà una riduzione intorno allo 0,7%.
Giugno scorso - sottolinea l'Osservatorio Cna - si caratterizza per una forte ripresa dei flussi di lavoratori in entrata e in uscita. Complessivamente le assunzioni e le cessazioni hanno riguardato il 4,7% della base occupazionale, una quota decisamente più alta di quelle registrate a maggio (3,4%) e soprattutto ad aprile (1,8%). L'aumento dei posti di lavoro registrato su base congiunturale è stato determinato soprattutto dalla ripresa delle assunzioni, che hanno riguardato il 2,7% degli occupati, mentre le cessazioni hanno coinvolto solo il 2% della base occupazionale. Dai dati riguardanti i contratti attivati nel mese emergono segnali incoraggianti circa l'andamento della domanda di lavoro nelle imprese artigiane e micro e piccole.
A giugno la variazione tendenziale è risultata infatti ancora negativa (-14,9%), ma molto più contenuta rispetto a quelle di maggio (-25,4%) e di aprile (-80,9%). Sembra dunque che la ripresa dell'attività economica si sia riflessa prontamente sull'occupazione. Le imprese sono infatti tornate ad ampliare gli organici, ricorrendo soprattutto alle forme contrattuali più flessibili: il 78,5% dei nuovi contratti è a tempo determinato (61,4%) o di lavoro intermittente (17,1%). Per queste tipologie contrattuali si registrano variazioni tendenziali che appaiono tutto sommato contenute (rispettivamente -8,7% e -3,2%) se comparate a quelle dei contratti permanenti: tempo indeterminato -34,7% e apprendistato -33,1%.