Nelle micro e piccole imprese (mpi) i posti di lavoro crescono dello 0,4% a febbraio rispetto a gennaio e del 2,5% rispetto all'anno precedente. Si tratta dell'aumento tendenziale maggiore degli ultimi 15 mesi nonostante un calo delle assunzioni a tempo indeterminato del 36%. È quanto emerge dall'Osservatorio Mercato del Lavoro Cna, che analizza l'andamento mensile dell'occupazione in un campione di 20.500 micro e piccole imprese con 125mila dipendenti. La crescita dell'occupazione delle pmi scaturisce dalla forte diminuzione delle cessazioni (-5,9%) che compensa la variazione negativa delle assunzioni (-4,4%). Questa flessione dei nuovi contratti deriva soprattutto dal crollo di quelli a tempo indeterminato (-36%), mentre c'è un incremento delle assunzioni a tempo determinato (+15,3%) e dei contratti di apprendistato (+29,3%). La Cna spiega che "a fare la differenza" è il calo della decontribuzione sulle assunzioni fisse. Èpassata a gennaio dall'esonero al 100% su un limite di 8.060 a un esonero del 40% con un tetto massimo di 3.250 euro. La Cna sottolinea come nonostante il calo delle assunzioni a tempo indeterminato, nelle micro epiccole imprese la stabilità dell'occupazione riguardi l'87,8% dei contratti. Inoltre l'Osservatorio, secondo la Confederazione, smentisce le paure di una crescita senzaoccupazione, perlomeno nelle mpi dove i nuovi posti di lavoro "marciano a un ritmo quattro volte superiore al prodotto interno lordo", che nell'intero 2015 ha visto un aumento dello 0,7%.A partire da dicembre del 2014 (quando è stata varata la legge di Stabilità per il 2015 che ha introdotto gli sgravi per le assunzioni) fino a febbraio 2016, l'occupazione nelle micro e piccole imprese è aumentata del 3,9%. Questo risultato, secondo la Cna è dovuto alla "capacità dei piccoli di 'sentire il vento' e di reagire in tempi rapidi a ogni variazione della congiuntura", insieme alle novità legislative che hanno semplificato le procedure di assunzione tramite i contratti a tempo determinato (decreto Poletti), reso più convenienti le attivazioni a tempo indeterminato (legge di Stabilità per il 2015) e ridotto i rischi per le imprese sulla flessibilità in uscita (Jobs act).