"Il premier Renzi – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia
Paolo Zabeo – fa bene a trasmettere ottimismo e fiducia. La situazione, tuttavia, rimane ancora molto delicata. Per recuperare il terreno perso ci vorrà molto tempo. Se nel prossimo futuro il Pil crescerà di almeno due punti ogni anno, il nostro Paese tornerà alla situazione pre-crisi solo nel 2020". Ovviamente, per ritrovare una crescita media così sostenuta (almeno 2% all’anno) è indispensabile far ripartire gli investimenti, in particolar modo quelli pubblici che, purtroppo, rimangono ancora molto fragili.La Cgia ricorda che tra il 2007 e il 2014 l’ammontare complessivo degli investimenti al netto dell’inflazione è sceso di ben 109,4 miliardi di euro. Nessun altro indicatore economico ha registrato una contrazione percentuale così ampia.
Nel nostro Paese il Pil è sceso di oltre otto
punti, i consumi delle famiglie di 6,5 punti e gli investimenti quasi
27,5 punti percentuali. La disoccupazione, invece, ammontava al 6,1%, il dato medio del
2015 dovrebbe attestarsi al 12,1%."Gli investimenti – conclude Zabeo - sono una componente rilevante del Pil. Se non miglioriamo la qualità dei prodotti, dei servizi e dei processi produttivi siamo destinati a impoverirci. Senza investimenti questo Paese non ha futuro. Ricordo, altresì, che le imprese contribuiscono per oltre il 60% del totale nazionale degli investimenti. Queste ultime, pertanto, saranno chiamate a giocare un ruolo determinante. Per fare ciò, il sistema creditizio, anche alla luce delle operazioni TLTRO e Quantitative easing, dovrà sostenere le imprese con nuova liquidità: altrimenti, con quali risorse gli imprenditori potranno rilanciare gli investimenti?".