martedì 21 maggio 2013
​Il 60% dei candidati ha ottenuto una retribuzione pari o superiore alla precedente. Nel 20% dei casi le nuove assunzioni sono state a tempo indeterminato, mentre nel 70% hanno iniziato una collaborazione a tempo determinato. Nel restante 10% dei casi, l’esperienza del ricollocamento ha portato all’inizio di attività autonoma.
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Il tempo necessario al ricollocamento nel mercato del lavoro si va via via riducendo: il tempo medio nel 2012 è stato infatti tra i 4 e i 5 mesi, in calo rispetto agli scorsi anni (nel 2010 era di circa 7 mesi). Il 60% dei candidati ha ottenuto, con il cambio di lavoro, una retribuzione pari o superiore alla precedente. Nel 20% dei casi, le nuove assunzioni sono state a tempo indeterminato, mentre nel 70% dei casi hanno iniziato una collaborazione a tempo determinato. Nel restante 10% dei casi, l’esperienza del ricollocamento ha portato all’inizio di attività di lavoro autonomo. E’ quanto emerge dai dati dell’Osservatorio di Spinlight Group, società che opera nella consulenza di carriera, analizzati su un campione di oltre 200 quadri/manager. Si tratta di un campione in maggioranza uomini (70%, contro un 30% di donne), di età compresa tra i 35 ed i 55 anni, di profilo medio-alto (65% quadri, 35% dirigenti). Il campione del survey è composto da aziende del terziario avanzato (33%), metalmeccaniche (30%), del commercio (15%), agroalimentare (9%) e manifatturiero (4%). I candidati provenivano prevalentemente dall’area produttiva (32%), dalla comunicazione/marketing (18% ), dall’amministrazione (11%).Infine, dalla ricerca emerge che i dirigenti/quadri che lasciano spontaneamente le proprie aziende per una nuova ricollocazione lo fanno per avere nuove prospettive di carriera (40%), per la situazione di mercato dell'azienda in cui attualmente lavorano (30%), per  il rapporto con capi e colleghi (15%), per le opportunità offerte dal mercato del lavoro (15%).
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