mercoledì 8 novembre 2023
Sbloccati i fondi per wallbox e impianti di ricarica condominiali per le auto elettriche: ecco le (complicatissime) procedure per accedervi
undefined

undefined

COMMENTA E CONDIVIDI

Per diventare "elettrocompatibili" occorre soprattutto una forte dose di coraggio. Non è un'opinione ma un fatto, e proviamo a spiegare perché. Già l'auto elettrica costa uno sproposito rispetto alla termica, ma una minoranza di "altospendenti" in Italia non manca mai. Non mancano neppure quelli che se la possono permettere, e che in più sono fortemente motivati dall'alone ecologico che la vettura 100% a batteria si porta appresso. O che, più prosaicamente, non sanno resistere al fascino di una Tesla. Infine ci sono i fanatici che non si lasciano scoraggiare dal fatto che per usarla nei lunghi tragitti occorre molta pazienza e una grande convinzione personale. Tutti insieme non raggiungono il 4% del totale degli acquirenti di vetture nuove. Potrebbero essere molti di più se oltre agli incentivi statali per acquistarla, si potesse accedere ai bonus previsti per entrare in possesso delle colonnine di ricarica private. Che in verità ci sono, anzi la bella notizia è che il governo li ha appena sbloccati.

In realtà si tratta di fondi che rischiavano di essere sepolti dalle ragnatele, visto che la legge del governo Draghi che metteva a disposizione in tutto 40 milioni di euro è del 4 agosto 2022. E suonava molto bene: "bonus wallbox e colonnine condominiali con incentivi fino a 1.500 euro per le persone fisiche e fino a 8.000 euro per gli edifici, pari all’80% del prezzo di acquisto e posa delle infrastrutture per la ricarica". Tutto chiaro? Purtroppo no. Per cominciare, si tratta di un rimborso, e non di uno sconto alla fonte: chi fa domanda per tempo, corredata di una documentazione molto articolata, potrebbe ottenere l’accredito su conto corrente a distanza di parecchi mesi. Il condizionale è necessario, perchè dopo decreti in ritardo, tempi stretti per accedervi e procedure farraginose, occorre molta fortuna per essere rimborsati da parte dello Stato.

Per tutto il 2022, senza il provvedimento attuativo necessario evidentemente disperso in qualche cassetto, i bonus sono rimasti bloccati. Ora il governo Meloni ha ereditato la patata bollente cercando di renderla almeno tiepida. Con un provvedimento varato la settimana scorsa che ha liberato i fondi relativi alle installazioni di colonnine effettuate dal 4 ottobre al 31 dicembre 2022 e per le quali si poteva chiedere il contributo retroattivo dal 19 ottobre al 2 novembre scorsi. E per il 2023? Finanziamento identico: per le installazioni effettuate dall’1 gennaio al 23 novembre: la domanda però può essere presentata solo dalle ore 12 del 9 novembre sino al 23 di questo mese.

E qui comincia l'avventura. Che il sito di "Quattroruote" ci aiuta a ricostruire. Gli interessati infatti dovranno usare la piattaforma online, con le richieste che verranno ammesse all’istruttoria secondo l’ordine cronologico di presentazione: prima la si fa, e maggiori sonno le possibilità di ottenere il bonus. Prevedibilmente il 9 novembre ci sarà il classico click day, col rischio di sovraffollamento nella piattaforma web, tale da mandarla in tilt. L’accesso potrà essere effettuato tramite sistema pubblico di identità digitale (Spid), carta d’identità elettronica (Cie) o carta nazionale dei servizi (Cns): dopodiché, si potrà compilare il modulo elettronico. Auguri.

Ma la fortuna non basta. Occorre sapere che esistono differenze per le richieste di wallbox private e condominiali. Per le prime i documenti da caricare sono parecchi: la copia delle fatture elettroniche relative all’acquisto e all’installazione dell’infrastruttura, più gli estratti del conto corrente dal quale risultino i pagamenti connessi alle fatture elettroniche. I pagamenti dei titoli di spesa oggetto di richiesta di erogazione devono essere effettuati attraverso un conto corrente intestato al soggetto beneficiario (per mezzo di bonifici bancari o Sepa Credit Transfer, oppure mediante carta di credito o di debito). Necessaria anche la relazione finale relativa all’investimento realizzato e alle spese sostenute, ma serve pure l’idonea certificazione di conformità rilasciata da un installatore, che attesti l’avvenuta installazione dell’infrastruttura. C’è l’obbligo di utilizzo di una PEC (Posta elettronica certificata) e chi ha venduto l’infrastruttura non può aiutare nelle pratiche il cliente. Chiedere perchè sarebbe il minimo, ma una risposta sensata difficilmente arriverebbe. A questo punto, se tutti i dati sono corretti e se il caricamento della documentazione viene completato senza problemi, si dovrà attendere l’esito della propria richiesta: difficile avere il bonus, anche per via del fondo piuttosto esiguo di 40 milioni di euro, nemmeno sufficiente per 30 mila wallbox da 1.300 euro ognuna su tutto il territorio nazionale.

Per sgravare i costi di una colonnina di ricarica condominiale poi l'avventura entra nei confini dell'impresa impossibile. Sempre "Quattroruote" ricorda che sono indispensabili il codice fiscale del condominio e gli estremi del documento d’identità dell’amministratore. Con dichiarazione di quest’ultimo di essere in possesso dei requisiti di legge delle “Disposizioni per l’attuazione del Codice civile e disposizioni transitorie”, o del condomino delegato per i palazzi fino a otto partecipanti. Serve la delibera assembleare di autorizzazione dei lavori sulle parti comuni, con la dichiarazione da parte dell’amministratore che questa delibera non sia stata impugnata. Più la copia delle fatture elettroniche relative all’acquisto e all’installazione dell’infrastruttura di ricarica. Necessari anche i vari estratti del conto corrente dal quale risultino i pagamenti, la relazione finale, l’idonea certificazione di conformità. Fatto ciò, i pochi supertstiti dovranno attendere e incrociare le dita. Entro 90 giorni dalla data di chiusura dello sportello, il ministero delle Imprese emanerà il decreto di concessione ed erogazione dei contributi, nel rispetto dell’ordine cronologico di ricezione delle domande. Successivamente (non viene specificato quando), scatta l’eventuale accredito su conto corrente. Nota a margine: non può accedere all'attuale incentivo chi ha installato la wallbox sfruttando il vecchio superbonus 110%. Quello, con una normativa diversa, ha permesso di far lievitare da 100 mila a 400 mila il numero di stazioni domestiche.

Alla fine resta la certezza che se da una parte si spinge a parole per accelerare la transizione ecologica, dall'altra si fa di tutto per complicare la strada per arrivarci, con procedure complicate e misure retroattive che non stimolano il mercato. E l'auto elettrica per tutti continua a essere solo un miraggio.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: