mercoledì 20 gennaio 2021
Incassati 11,9 miliardi di prestiti e 1,4 miliardi di risorse del fondo Fei. Il vicepresidente Scannapieco: per il Recovery Fund serve discontinuità nel modo in cui lo Stato opera e prepara i progetti
La sede della Banca europea per gli investimenti, in Lussemburgo

La sede della Banca europea per gli investimenti, in Lussemburgo - Bei

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Penultima in Europa per capacità di assorbimento dei fondi strutturali europei l’Italia è invece molto abile a ottenere i finanziamenti della Banca europea per gli investimenti (Bei), la banca controllata dagli Stati membri dell’Unione europea che per mandato deve promuovere la crescita economica dell’Ue.

Nel 2020, per il secondo anno consecutivo, l’Italia è stato il primo beneficiario della finanza della Bei, ottenendo 11,9 miliardi di euro di prestiti e 1,4 miliardi di risorse del Fondo europeo per gli investimenti). Complessivamente le 65 operazioni finanziate dal Gruppo Bei in Italia hanno sostenuto 32,4 miliardi di euro di investimenti. Nel 2020 a livello europeo la Bei ha fatto 76,8 miliardi di euro di operazioni. La Francia, secondo Paese più finanziato, ha ottenuto 10 miliardi di euro, la Spagna, terza, 8,5 miliardi. «Riusciamo a fare un buon volume di attività in Italia perché non aspettiamo che i progetti ci vengano sottoposti, ma li andiamo a cercare. Ancora di più in questa fase» spiega Dario Scannapieco, vice presidente della Bei, notando comunque che «nel 2020 c’è stata un’accelerazione dell’Italia anche sull’impiego dei fondi strutturali».

Gli investimenti sostenuti dalla Bei in Italia negli ultimi 10 anni

Gli investimenti sostenuti dalla Bei in Italia negli ultimi 10 anni - Bei

Tra i progetti finanziati dalla Bei in Italia ci sono la linea dell’alta velocità tra Napoli e Bari (che con i suoi 2 miliardi di euro di finanziamento è la più grande operazione della storia della Bei), i piani di social housing e di ristrutturazione degli edifici scolastici in Lombardia, il Fondo StudioSì che concede prestiti fino a 50mila euro a tasso zero per gli universitari del Sud Italia, ma anche la consulenza per il progetto di inclusione lavorativa dei detenuti preparato dal ministero della Giustizia e prestiti diretti per i progetti di innovazione delle imprese, come i 785 milioni di euro a Fca per veicoli ibridi ed elettrici. C’è poi il sostegno alle Pmi (6 miliardi di euro nel 2020), gli investimenti del Fei per favorire la creazione di un ecosistema nazionale di venture capital a sostegno delle startup, e i 6,6 miliardi di euro di misure di risposta all’emergenza sanitaria e alla crisi economica scatenata dal Covid-19.

L’Italia dovrebbe provare a mostrare la stessa efficienza quando si tratterà di ottenere e gestire le risorse del Recovery Fund. Su questo Scannapieco invita alla «discontinuità nel modo in cui lo Stato opera e nel modo in cui i progetti vengono preparati». «Non possono passare 25 anni tra quanto un progetto viene realizzato e quando viene completato» spiega il vicepresidente della Bei, sottolineando che il Recovery Fund è «davvero l’ultima opportunità per fare le riforme di cui l’Italia ha bisogno».

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