«Avanti, c’è posto». È il messaggio che centinaia di aziende lanciano a quei 3,3 milioni di cittadini italiani al momento senza un impiego. Perché è innegabile: il tasso di disoccupazione, come certifica l’ultimo bollettino Istat di ieri, con il trascorrere dei mesi continua a crescere. Non ci piove: i numeri dicono che l’Italia si sta trasformando nella Penisola del lavoro che non c’è.Eppure, qualcosa si muove. Nonostante la lentezza pachidermica della ripresa economica, alcune realtà prevedono di aumentare i loro livelli occupazionali nel breve periodo. I dati del sistema Excelsior (realizzato da Unioncamere e ministero del Lavoro) diffusi pochi giorni fa, stimano che dal 1° gennaio al 31 marzo ci saranno 185mila nuovi ingressi nelle imprese dell’industria e dei servizi. I rapporti di lavoro sono di vario tipo: contratti a tempo indeterminato, stagionali, interinali, e altre forme di collaborazione. Se questo trend (inferiore agli anni pre-crisi, ma in lieve miglioramento rispetto al 2013) dovesse proseguire nei prossimi mesi, a fine dicembre si potrebbe superare quota 700mila entrate. Ma quali sono le aziende che assumono? E per quale motivo decidono di investire in occupazione?
I colossiDalla ristorazione al settore energetico, passando per la Gdo e i servizi, sono anzitutto le multinazionali e le grandi imprese presenti nel Paese a essere protagoniste. Il gruppo Esselunga in vista delle aperture di 12 supermercati (concentrate soprattutto in aree del Centro Sud) prevede l’assunzione di 2mila dipendenti. Per le stesse ragioni aumenta l’organico di Eataly: sono circa 500 i contratti programmati per le "cittadelle del gusto" in procinto di essere inaugurate a Milano, Piacenza, Trieste e Forlì. «L’alimentare che sa proporsi in modo attrattivo e il chimico farmaceutico saranno i comparti dove si faranno i principali investimenti nel prossimo futuro», segnala Andrea Malacrida, direttore vendite e marketing di Adecco Italia.Cambiando "rotta" si scopre come pure Costa Crociere offra un "mare" di occasioni: 1.200 assunzioni (sia a bordo che per gli uffici a terra) in virtù dell’ingresso nella flotta dell’ammiraglia Diadema. Numeri a tre cifre anche per Enel: 1.500 nuovi contratti. Eni punta soprattutto sugli under 35. Da qui a fine anno gli ingressi in azienda saranno 650. «Continueremo ad assumere per sostenere lo sviluppo del business – spiega Salvatore Sardo, chief corporate operations officer del cane a sei zampe e, dunque, responsabile anche delle risorse umane –. Ci concentreremo in particolare sul settore
upstream». «Largo ai giovani», inoltre, è il motto di Nestlè che – nell’ambito di un progetto triennale – già nel 2014 mette sul piatto oltre 300 chance per gli under 30 equamente distribuite tra assunzioni, rapporti di lavoro a tempo determinato e stage.
L’indotto ExpoNon ci sono solo i contratti strettamente legati all’evento mondiale in programma a Milano tra poco più di un anno. Expo 2015 consentirà di attivare, attraverso l’indotto, altre migliaia di posti. La Camera di Commercio di Milano ne stima oltre 130mila in Lombardia fino al 2020. Una delle
start up più dinamiche sarà Cortilia, una sorta di mercato agricolo online per comprare frutta e verdura a chilometro zero. «Oggi l’azienda conta otto addetti – dice il fondatore, Marco Porcaro –. Nelle prossime settimane diventeremo 12, mentre per la fine del 2014 abbiamo l’ambizioso obiettivo di arrivare a 50 posti tra figure da impiegare direttamente e nell’indotto». Gli sviluppatori di software a spasso, invece, possono iniziare a contattare Youmove.me, che ha inventato un sistema innovativo per cercare in pochi istanti tutti i mezzi possibili e immaginabili per spostarsi in città: «Ora siamo in sei – spiega l’ideatore, il 23enne Simone Lini – ma dobbiamo svilupparci, per cui da qui a dieci mesi diventeremo almeno 15».
I piccoli che cresconoLa quasi totalità delle aziende medio-piccole è ancora in sofferenza. Sei anni di ciclo economico negativo, la stretta al credito, il crollo dei consumi interni e i debiti arretrati della Pa sono le cause principali per cui assumere è quasi impossibile anche per chi resiste. All’orizzonte, purtroppo, non si intravede un’inversione di tendenza. Esistono, però, rare eccezioni. Come nel caso della cooperativa sociale Lavoro e solidarietà di Saronno (Varese) che già dà occupazione a molti disabili e nel giro delle prossime settimane passerà da 54 a 57 dipendenti. «Produciamo scatole d’imballaggio, il fatturato è in crescita e così abbiamo deciso di aumentare la forza lavoro», spiega il responsabile Livio Pagnoncelli. Una delle poche isole felici in un Sud sempre più a rischio desertificazione industriale, invece, è la TL com, aperta un paio d’anni fa a Cariati (Cosenza) dal 29enne Luigi Trento. L’azienda progetta e installa laboratori didattici nelle scuole: «Al momento sono solo, ma il lavoro è in continuo aumento – racconta – tanto che entro l’anno vorrei assumere due ragazzi calabresi per dimostrare che può esserci un futuro professionale anche qui».