La valutazione della qualità delle Università è una questione di primaria importanza ma…Ci sono sempre molti «ma» nella definizione del concetto di valutazione. Secondo l’ultima classifica stilata da Times Higher Education, nessun ateneo italiano merita un posto nella classifica delle 100 migliori Università del mondo.Eppure la valutazione non è più una pratica misteriosa. Gli addetti ai lavori e tutte le figure professionali coinvolte in ambito higher education sono sempre più consapevoli della problematicità insita in questa attività.Dal 2011 anche in Italia è attiva l’Agenzia di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) con lo scopo di giudicare i risultati dell’attività svolta dalle università, anche per distribuire una parte dei finanziamenti ministeriali. Di fatto, l’Agenzia sta imponendo una serie infinita di attività valutative che coinvolgono docenti, ricercatori e studenti secondo criteri non sempre persuasivi. L’esperienza della valutazione sta procedendo nelle università italiane, accelerata dalla spinta dell’Anvur; tuttavia emerge sempre più chiaramente il divario tra un concetto maturo e profondo della valutazione, quale è stato elaborato nel resto del mondo, e quel massiccio ricorso a tecnicismi che si sta velocemente facendo strada in Italia.“Tutta l’esperienza condotta in questi anni sembra ribadire che il cambiamento in ambito formativo è tecnicamente semplice e socialmente complesso - afferma
Gianfranco Rebora, membro del Consiglio scientifico Unires (Italian Centre for Research on Universities and Higher Education Systems) e autore di
Nessuno mi può giudicare? L’Università e la valutazione, edito da Guerini e Associati -. Il pluralismo delle metodologie applicabili alla valutazione o alla QA sottende la presenza di una pluralità di visioni dell’ università, che sono in competizione tra loro e che si confrontano anche sul terreno del potere”.
IL LIBROPer chi volesse approfondire e conoscere passato, presente e futuro della valutazione, esce in libreria
Nessuno mi può giudicare? Senza limitarsi alla critica, Gianfranco Rebora sviluppa proposte precise, inserite in un pensiero strategico attento alle istanze di modernizzazione e cambiamento ma non dimentico di ciò che l’università rappresenta nella plurisecolare tradizione europea e mette in evidenza luci e ombre dell’emergente modello italiano di valutazione, confrontandosi con le migliori esperienze internazionali.