Si consolidano i primi segni di ripresa per l'economia e il lavoro. Almeno in Lombardia dove rispetto all'aumento del tasso di disoccupazione nel 2009 sia a Milano sia in regione (dal 3,5-4% al 6%), i dati del terzo trimestre 2010 evidenziano la prima inversione di tendenza (dal 5,2% al 5,1%), in controtendenza rispetto al dato nazionale ancora in crescita (dal 7,3% al 7,6%). È questo il primo dato significativo della quinta edizione del rapporto "Il lavoro a Milano",curato da Assolombarda, Cgil, Cisl e Uil milanesi e presentato oggi nel capoluogo lombardo.
"Siamo fuori dalla recessione - ha spiegato Alberto Meomartini, presidente di Assolombarda, commentando il rapporto - ma ancora dentro la crisi". E parla di "segnali positivi" emersi dai dati dell'ultimo trimestre.
Come nel 2009, anche nel 2010 la Cassa Integrazione ha svolto un ruolo importante nel limitare l'impatto degli effetti della crisi sulla disoccupazione. Il monte ore autorizzato è stato superiore del 30% a quello già molto elevato del 2009. C'è stata tuttavia una redistribuzione delle tre componenti: ordinaria straordinaria e in deroga. Quest'ultima, al suo secondo anno di applicazione, è cresciuta del 150%, ma rilevante è anche l'aumento delle ore autorizzate di straordinaria, in Italia più che a Milano. Le richieste di ordinaria sono diminuite dai picchi dei mesi precedenti. L'andamento mensile nell'area milanese rileva un trend nettamente decrescente per l'ordinaria, in discesa per straordinaria e in deroga. A fronte di un ridimensionamento del ricorso alla Cassa Integrazione, cresce il numero di iscritti alle liste di mobilità che, al giugno 2010, risultavano circa 25.000 in provincia di Milano.Secondo Gian Francesco Imperiali, vicepresidente di Assolombarda, Onorio Rosati, Danilo Galvagni e Walter Galbusera, segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di Milano, "non è questo il tempo di facili ottimismi, anche perché i deboli segnali di ripresa non trascinano al momento l'occupazione. Va comunque sottolineato che i dati presentati oggi consentono di rilevare la capacità del sistema degli ammortizzatori sociali di assorbire situazioni molto problematiche e di cogliere segnali di allentamento del ricorso a tali strumenti nella realtà locale".
La seconda parte del rapporto è dedicata al tema "welfare aziendale", l'insieme di iniziative e servizi che le aziende realizzano per venire incontro alle esigenze dei lavoratori in vari campi, come l'assistenza sanitaria, le necessità di cura dei figli, l'accesso al credito e il tempo libero. Emerge una significativa diffusione di tali iniziative fra le aziende di tutte le dimensioni. "Sul tema del welfare aziendale - hanno sottolineato Imperiali, Rosati, Galvagni e Galbusera - si apre un grande spazio di confronto con le istituzioni. L'obiettivo non è quello di attribuire a tali inziative un ruolo sostitutivo dell'azione pubblica, quanto piuttosto, di trovare le modalità più opportune perché quanto realizzato in azienda in una logica di integrazione, nonché di attenzione ai bisogni di lavoratrici e lavoratori, venga valorizzato e sostenuto".