sabato 18 maggio 2013
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Fra le categorie coinvolte dalla nuova legge sulle professioni non regolamentate c’è in prima linea quella dei tributaristi, come ci conferma Arvedo Marinelli, presidente di Ancot, associazione nazionale consulenti tributari. «Il consulente tributario deve indicare chiaramente nei suoi rapporti con la clientela che è un professionista ai sensi della legge 4/2013 – dice -. Non dev’essere confuso con altri professionisti come, per esempio, il consulente del lavoro o il dottore commercialista… Può esercitare l’attività per conto proprio ed eventualmente richiedere una certificazione Uni oppure iscriversi a un’associazione di cui si impegna a rispettare le regole. In ogni caso, il ministero per lo Sviluppo economico sarà il supervisore dell’attività svolta dalle associazioni». Secondo l’esperto la norma «ha dato un volto a milioni di professionisti e migliorerà la qualità delle prestazioni».Sul sito dell’Ancot sono già evidenti gli adempimenti cui devono sottostare gli associati a tutela dell’utenza e della professionalità. «La figura del tributarista è in fase di definizione dal gruppo di lavoro Uni a cui partecipa il vicepresidente Ernesto Rimoldi – aggiunge -. Si chiarirà quali mansioni svolge e il profilo professionale. Per quanto ci riguarda da tempo chiediamo come minimo un diploma di tipo commerciale, anche se il 70% degli associati è laureato, oppure una laurea in economia e commercio o equipollente oppure un’esperienza di almeno cinque anni maturata come dipendente presso studi commerciali, tributari o commercialisti o imprese del settore o centri elaborazione dati». Inoltre l’associazione svolge una formazione capillare sul territorio nazionale con corsi di specializzazione anche in collaborazione con la Scuola superiore dell’economia e delle finanze. «I punti cardine della legge sono la formazione permanente, che abbiamo già previsto dal 2003, la copertura assicurativa che per noi è obbligatoria da 25 anni, il rispetto di un codice deontologico e lo sportello del consumatore che stiamo definendo in collaborazione con Adiconsum – precisa -. Tutti gli adempimenti della legge sono esposti sul sito web della nostra associazione. La domanda per l’inserimento nell’elenco del ministero ha bisogno dell’approvazione prevista per il congresso del 17-18 maggio a Rimini. Questa legge è il risultato di tante battaglie e ci impegneremo a migliorarla. In particolare, auspichiamo un miglioramento del sistema previdenziale con una nuova cassa multidisciplinare oppure un trattamento più equo, in linea con quello di altri professionisti».
«Se sarà attuata in maniera intelligente, sgombrando il campo da equivoci e idee corporativistiche credo che la legge 4/2013 potrà offrire opportunità rilevanti perché associazioni come la nostra potrebbero attestare le competenze professionali di chi lavora nel settore dei servizi alla persona», commenta da parte sua Damiano Mantovani, presidente dell’Ansdipp, associazione nazionale dei manager del sociale e sociosanitario che riunisce circa trecento professionisti e rappresenta uno spaccato significativo di questa attività professionale. Attualmente il registro soci dell’associazione è aperto a persone laureate con esperienza triennale o con un diploma di maturità quinquennale con un esperienza di cinque anni per una posizione di responsabile direttivo (amministrativo, contabile, socioassistenziale o gestionale) o per una posizione manageriale in un’azienda attiva nel settore socio-sanitario, assistenziale o educativo. È richiesto anche un corso di formazione di durata triennale con stage operativi presso altre sedi e con verifica annuale. In alternativa è accettato un curriculum professionale e formativo pluriennale dal quale si evinca un adeguato percorso di approfondimento della materia socio sanitaria ed educativa. Un’altra possibilità prevista è il possesso di una certificazione europea Ede (European association for directors of residential care homes for Elderly) come direttore di struttura residenziale per anziani. Dunque la formazione è un must per gli associati. «Gli strumenti previsti dalla nuova normativa aiutano a mettere le persone nella condizione di lavorare meglio, con competenza e rispondere a una garanzia fondamentale che riguarda la tutela dei consumatori – chiarisce Mantovani -. Potremo far crescere il numero delle persone davvero capaci sul piano professionale, dare così spazio ai giovani e soprattutto consentire che le persone siano valutate per le loro qualità».
 
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