Burocrazia e tassazione non fermano né i consumi né la produzione di birra. Assobirra - l'associazione rappresenta il cuore della filiera italiana e riunisce dal 1907 le principali aziende che producono e commercializzano birra e malto in Italia; da 111 anni è al fianco delle imprese per far crescere un settore che ha fatto della qualità, dell’innovazione e della sostenibilità i propri punti di forza, grazie a un tessuto imprenditoriale e industriale profondamente radicato sul territorio - prova a tracciare un bilancio. Le realtà associate - 40 birrifici di grandi, medie e piccole dimensioni insieme con due malterie - coprono più del 90% della produzione e rappresentano il 71% di prodotto immesso al consumo nel nostro Paese, dando lavoro direttamente e con l’indotto a circa 140mila persone. Oltre a far parte di Confindustria, Assobirra aderisce a Federalimentare, a The Brewers of Europe, l’organo che riunisce le associazioni nazionali dei produttori di birra provenienti da 29 Paesi e a Euromalt, l'associazione che rappresenta l'industria del malto europea. Sul versante della formazione specialistica rivolta ad operatori interessati a lavorare nel settore, Assobirra collabora da molti anni con l’Università di Perugia e il Cerb - Centro di Eccellenza per la Ricerca sulla Birra - per la realizzazione di corsi di laurea, master e corsi di formazione attinenti alle varie tematiche della produzione, della degustazione, del confezionamento e della sicurezza alimentare.
L'annuncio di un'apertura di un cantiere normativo per regolamentare un settore che oggi conta in Italia più di 7mila etichette arriva dal presidente della commissione Agricoltura della Camera Filippo Gallinella in occasione dell'evento celebrativo Assobirra Anniversary. «Cercheremo - ha detto Gallinella - di interpellare tutti gli attori della filiera per la stesura di un testo unico al fine di raggiungere un buon risultato». Quanto invece alla tematica sulla specifica di birra artigianale sottolinea «che già con la scorsa legislatura è stata fatta chiarezza individuando in artigianali tutti i birrifici che hanno una produzione che non superi i 200mila ettolitri e che non sia pastorizzata né microfiltrata». Sul fronte accise che riguardano il settore delle birre, Gallinella ha tenuto a specificare che «non si fa educazione alimentare con la tassazione dei prodotti alimentari».
Si appella invece a una semplificazione amministrativa per agevolare produzione e pmi l'esponente di Forza Italia Claudio Pedrazzini. «Lavorerei - spiega il parlamentare forzista - a una semplificazione amministrativa. Le accise che raggiungono il 50% non aiutano le aziende, piccole e grandi del settore birraio e non facilitano futuri investimenti. Quanto all'occupazione il governo dovrebbe fare un cambio di passo. Con il decreto Dignità si sono appesantiti i costi per le piccole e medie aziende non favorendo flessibilità».
Infine sulle prospettive del comparto il presidente di Assobirra Michele Cason ha detto «che l'associazione lavorerà per fare sistema con tutti gli attori della filiera, ma tra gli obiettivi c'è quello di rivedere la legge del '62 che regolamenta il settore, tante le situazioni borderline». Un'indagine condotta da Astraricerche rileva impatti economici positivi sia per il settore Horeca, sia per quello della distribuzione organizzata. «La crescita del 4% nelle vendite dei primi nove mesi dell'anno - commenta Cason - certifica il ritorno alla crescita del comparto birrario italiano, con livelli di consumo nel nostro Paese sostanzialmente in linea con gli anni pre-crisi. Il recente apprezzamento per la birra made in Italy, all'estero e sul territorio nazionale, fa davvero ben sperare per il futuro del comparto birrario, ma per continuare a rappresentare un pezzo importante del cuore manifatturiero italiano dobbiamo proseguire sulla strada tracciata in questi 111 anni, fatta di qualità, innovazione e sostenibilità, guardando con fiducia al futuro grazie ad un tessuto imprenditoriale che vede sempre più giovani e donne protagoniste. Celebrando questo anniversario vogliamo rinnovare fortemente il nostro impegno al fianco delle imprese nei nuovi scenari che il mercato globale sta disegnando, favorendo, così, impatti economici positivi per tutta la filiera, dall'agricoltura alla distribuzione».
In Italia la birra resta, tuttavia, l'unica bevanda da pasto a pagare le accise, versando più del 50% delle imposte sugli alcolici. Dopo un'escalation di aumenti fiscali imposti dal governo dal 2013 si è registrata, invece, un'inversione di tendenza e una riduzione delle accise calate, a partire dal 1 gennaio 2017, da 3,04 euro a 3,02 euro per ettolitro e grado Plato.
«La diminuzione del carico fiscale avviato negli scorsi anni - conclude Alfredo Pratolongo, vice presidente di Assobirra - ha favorito un aumento della produzione locale, una crescita del mercato nazionale, delle esportazioni e, infine, del gettito versato nelle casse dello Stato. Ci auguriamo che tale strategia non si esaurisca ma possa proseguire anche nei prossimi anni e di poter instaurare un rapporto di collaborazione proficua con il nuovo governo per formulare una vera e propria policy per il settore che rappresenti tutte le realtà del comparto. Dalla ricerca traspare una grande passione per la birra e un forte desiderio di conoscenza per le caratteristiche peculiari di questa bevanda. Come Associazione siamo impegnati nel far aumentare ancora di più la cultura birraria e la consapevolezza degli Italiani sul fatto che la birra sia una bevanda naturale, che viene dal nostro territorio e racconta la nostra storia».
Circa 40 birrifici di grandi, medie e piccole dimensioni insieme con due malterie coprono più del 90% della produzione e danno lavoro a 140mila persone
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