Le Commissioni XI e XII del Senato danno l'avvio all'esame, in sede referente, del ddl n. 660 che prevede il riordino della professione di assistente sociale. Si è aperto con questo importante annuncio l'incontro
Assistenti sociali: un futuro che parte da lontano organizzato dal Consiglio nazionale dell'Ordine nel ventennale della sua istituzione, con l'adesione del presidente della Repubblica. La complessità degli interventi, lo sviluppo di nuove modalità di lavoro, il mutato panorama normativo pone la professione di fronte a nuove sfide alle quali è chiamata a rispondere con competenza e responsabilità professionale. Per questo, grazie all'iniziativa condivisa con le senatrici Donella Mattesini e Giuseppina Maturani e la deputata Maria Antezza, si è riusciti a depositare, nel corso di questa legislatura, il disegno di legge n. 660 al Senato e la proposta di legge n. 550 alla Camera. Quali i criteri in base ai quali dovrebbe modificarsi la disciplina della professione diassistente sociale? Spiega
Maria Antezza (Pd): "Libertà di accesso alla professione, autonomia e indipendenza di giudizio intellettuale e tecnico del professionista; formazione di base altamente qualificante e obbligo della formazione permanente e continua; disciplina dello svolgimento del tirocinio per l'accesso alla professione; istituzione di organi disciplinari specifici non più nell'ambito dei Consigli dell'Ordine nazionale e regionale; obbligatorietà della copertura assicurativa da parte del professionista per i rischi derivanti dall'esercizio dell'attività professionale a tutela dell'utente; disciplina della pubblicità informativa". Antezza spiega che "questi professionisti svolgono un ruolo significativo in attività di elevato contenuto e finalità sociali. È importante provvedere a una legge che consenta una maggiore identificazione professionale del ruolo dell'assistente sociale, figura preziosa per il Paese in questo momento di crescente complessità sociale e di difficoltà economiche, ma anche relazionali ed educative in cui versano le famiglie. Gli assistenti sociali avranno sempre più nuovi compiti per fronteggiare il disagio diffuso potendo però far conto su risorse sempre minori". "Il servizio sociale - ha detto la presidente dell'Ordine
Edda Samory - e l'assistente sociale che lo esercita, in quanto elementi fondanti della salute sociale della persona e della comunità, esigono una condizione strutturale e organizzativa tale da rendere reale la tutela della salute e della sicurezza sociale del cittadino. Realizzare questa condizione significa riconoscere al servizio sociale la condizione di studio, di conoscenza e di servizio necessaria per promuovere interventi adeguati di cura e di tutela delle persone"."Un nuovo ruolo, quello delineato nel disegno di legge - ha detto la senatrice Pd
Donella Mattesini - che corrisponde alle aspettative e alla discussione all'interno dell'Ordine professionale per una piena valorizzazione dell'assistente sociale. Un riconoscimento di quanto già oggi viene svolto dagli assistenti sociali negli ambiti socio-sanitari ma che guarda soprattutto al futuro della professione assegnandogli una nuova funzione strategica e di progettualità per una effettiva innovazione del sistema sociale e sanitario".