mercoledì 19 ottobre 2022
Nel mirino quattro società fornitrici di gas e luce, Iren, Iberdrola, E.ON e Dolomiti, che avrebbero agito in contrasto con il decreto Aiuti bis
L'Antitrust accende i riflettori su modifiche ai contratti

L'Antitrust accende i riflettori su modifiche ai contratti - foto SIR/Marco Calvarese

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Quattro società fornitrici di energia elettrica e gas naturale sono finite nel mirino dell’Antitrust per presunte modifiche unilaterali illegittime del prezzo di fornitura in contrasto il decreto Aiuti bis approvato a inizio agosto dal governo guidato da Mario Draghi, che dal 21 settembre 2022 è legge. La norma in questione sospende, fino al prossimo 30 aprile, l’efficacia le clausole contrattuali che consentono alle società di vendita di modificare il prezzo di fornitura e anche le comunicazioni di preavviso. La scorsa settimana, dopo le denunce di associazioni dei consumatori, Antitrust e Arera avevano inviato una comunicazione per chiarire la normativa.

I procedimenti istruttori - e altrettanti sub-procedimenti cautelari - riguardano le società Iren, Iberdrola, E.ON e Dolomiti. Ma l’Antitrust ha deciso di allargare il campo chiedendo informazioni sull’applicazione dei prezzi e delle clausole ad altre 25 società che forniscono energia: A2A Energia, Acea Energia, Agsm Energia, Alleanza Luce & Gas, Alperia, AMGAS, ARGOS, Audax Energia, Axpo Italia, Bluenergy Group, Duferco Energia, Edison Energia, Enegan, Enel Energia, Engie Italia, Eni Plenitude, Enne Energia, Estra Energie, Hera Comm, Illumia, Optima Italia, Repower Italia, Sinergas, Sorgenia, Wekiwi.

Le irregolarità contestate. In particolare a Iberdrola e ad E.ON. viene contestata «la comunicazione con cui le società hanno rappresentato agli utenti la risoluzione del contratto di fornitura per eccessiva onerosità sopravvenuta, in alternativa all’accettazione di un nuovo contratto a condizioni economiche significativamente peggiori». A Dolomiti, invece, viene contestata «l’asserita efficacia delle comunicazioni di modifica unilaterale del prezzo di fornitura perché inviate prima dell’entrata in vigore del Decreto Aiuti bis (10 agosto 2022), mentre la norma fa salve solo le modifiche unilaterali ‘perfezionate’ ovvero effettivamente applicate prima della stessa data».A Iren, infine, viene contestata «la comunicazione relativa alla asserita scadenza di tutte le offerte a prezzo fisso con la contestuale prospettazione delle nuove e peggiorative condizioni economiche di offerta, in alternativa alla facoltà del cliente di recedere dalla fornitura». A Iberdrola e Dolomiti viene anche contestata «l’ingannevolezza delle comunicazioni che evidenzierebbero l’impossibilità di fornire energia elettrica al prezzo contrattualmente stabilito a causa dell’aumento del prezzo del gas naturale, in espressa e grave contraddizione con le affermazioni diffuse nei messaggi promozionali, secondo le quali l’energia elettrica venduta proverrebbe esclusivamente da fonti rinnovabili». Dopo aver sentito le imprese l’Autorità concluderà i sub-procedimenti, valutando se ricorreranno i presupposti per adottare eventuali provvedimenti cautelari.

La difesa di Iren: agito nel rispetto delle norme. Iren si è «da subito a completa disposizione dell’Autorità per dimostrare come l’operato dell’azienda sia stato conforme alle norme vigenti ma soprattutto a tutela dei propri clienti in questo difficile periodo di forte aumento dei costi energetici». La società sostiene di essersi immediatamente adeguata alle normative inserite nel Decreto Aiuti Bis e di aver proposto «un adeguamento del prezzo ai soli clienti in scadenza delle condizioni contrattuali, lasciando il termine usuale di 90 giorni di tempo per accettare o meno le modifiche».

Le reazioni. Le associazioni dei consumatori plaudono all’intervento dell’Antitrust. «Bene, ottima notizia, accolto il nostro esposto. Non possiamo che essere soddisfatti. Le società Iren, Dolomiti e Iberdola erano, infatti, tra quelle da noi segnalate, insieme ad altre per le quali ora l’Authority richiede informazioni» afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori. «Accolta in pieno la nostra tesi, che abbiamo sostenuto fin dall’inizio, ossia che tutte le comunicazioni mandate ai consumatori, a partire dal 1 maggio 2022 sono inefficaci e la variazione contrattuale con il conseguente rincaro illegittimo».«Il fatto che il Garante dei consumatori abbia aperto un’istruttoria contro Iren, Iberdrola, E.ON e Dolomiti per contestare le modifiche unilaterali dei prezzi delle bollette, le comunicazioni ai clienti e le minacce di distacco è la conferma di quanto da noi sempre denunciato: le società energetiche stanno speculando per massimizzare i profitti. Proprio per questo ad agosto abbiamo presentato un esposto alla Procura di Roma sulla vicenda degli extraprofitti e su cui e’ stata aperta un’indagine assegnata alla Guardia di Finanza» sottolineano i co-portavoce di Europa Verde Eleonora Evi e Angelo Bonelli, deputati di Alleanza Verdi e Sinistra. «Le società energetiche che distribuiscono e vendono gas hanno conseguito extra utili per 50 miliardi di euro e vogliono continuare a farli modificando i contratti per aumentare le tariffe in violazione del decreto aiuti bis. Integreremo il nostro esposto alla Procura di Roma con questa vicenda su cui è intervenuta l’Antitrust garante dei consumatori», assicurano Evi e Bonelli.

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