Il contratto di espansione è stato usato da Tim ed Ericsson - Archivio
In arrivo la riforma degli ammortizzatori sociali annunciata dalla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo. È prevista una commissione costituita ad hoc, che avrà anche il compito di dialogare con imprese e sindacati. In particolare, gli obiettivi da perseguire sono tre: dare continuità occupazionale durante le crisi aziendali; facilitare i processi di riconversione industriale; evitare interventi frammentari e con provvedimenti specifici (cercando di scongiurare il ricorso al Parlamento per le singole vertenze come nel caso di Mercatone Uno). Tra i nodi cruciali la cassa integrazione, laddove per gli esperti resta sempre in ballo la possibilità di un ammortizzatore unico. Il governo su questo ancora non è chiaro, ma tra gli obiettivi vi sarebbe quello di rivedere le proroghe come anche il contratto di espansione. Quest'ultimo è stato introdotto con la legge 58 del 2019 (di conversione del dl 34 del 2019) in via sperimentale, per gli anni 2019-2020: prevede la possibilità di combinare misure per adeguare le competenze professionali al rapido cambiamento, dando vita a un patto intergenerazionale mirato a favorire iniziative di riqualificazione professionale e formazione continua, nonché a creare nuova occupazione preservando al contempo quella esistente attraverso l’intervento dell’integrazione salariale e, ove possibile, stabilire un percorso di accompagnamento alla pensione. «Il contratto di espansione - spiega Laura Di Raimondo, direttrice di Asstel, - l’Associazione di categoria che, nel sistema di Confindustria, rappresenta la filiera delle telecomunicazioni - è lo strumento di politica attiva del lavoro con l’obiettivo sia di innovare rispetto a soluzioni obsolete sia di aprire una prospettiva di maggiore attenzione alle persone, in particolare alle nuove generazioni. È oggi il tempo di costruire una nuova geografia del lavoro che parta dalla necessità di rendere strutturale strumenti mirati e innovativi per la gestione delle diverse situazioni aziendali sia di crisi sia di trasformazione tecnologia, digitale e industriale. Durante l’emergenza sanitaria, senza il supporto del digitale le nostre vite sarebbero state completamente bloccate. L’era digitale - scriveva Nicholas Negroponte in Essere digitali nel 1995 - non può essere rifiutata e fermata. C’è una grande opera di alfabetizzazione digitale da svolgere, fuori e dentro le aziende. Investiamo in un efficace piano nazionale di formazione, sin dai primi banchi di scuola. Abbiamo bisogno di nuove professioni e nuove competenze, aprendo le porte alle nuove generazioni e accelerando il ricambio generazionale».
A tal fine il contratto di espansione deve prevedere:
1. Numero dei lavoratori da assumere e indicazione dei relativi profili professionali;
2. La programmazione temporale delle assunzioni;
3. Indicazione della riduzione complessiva dell’orario di lavoro per la quale è previsto l’intervento dell’integrazione salariale; Il numero dei dipendenti in forza interessati; il numero dei lavoratori che possono accedere al prepensionamento.
L’azienda deve presentare inoltre uno specifico progetto formativo che è parte integrante del contratto di espansione nel quale sono contenute le misure idonee a garantire l’effettività della formazione necessarie per fare conseguire al personale le competenze tecniche idonee alle nuove mansioni.
In ordine alle risorse economiche stanziate per finanziare le misure di accompagnamento pensionistico e quelle per l’intervento dell’integrazione salariale (commi 3 e 7) rispettivamente:
Misure di accompagnamento alla pensione:
- 4,4 milioni di euro per il 2019;
- 11,9 milioni di euro per il 2020;
- 6,8 milioni di euro per il 2021.
Misure per integrazione salariale:
- 15,7 milioni di euro per l’anno 2019
- 31,8 milioni di euro per l’anno 2020.
Le risorse relative alle misure di integrazione salariale risultano già impegnate.
Finora il contratto di espansione è stato usato da Tim (accordo firmato ad agosto 2019): prevede programma di formazione (in diversi livelli) per tutta la forza lavoro e un programma di assunzioni di 600 persone tra il 2019 e il 2021. E da Ericsson (accordo firmato a novembre 2019): prevede programma di formazione per tutta la forza lavoro e un piano assunzioni di 30 persone tra il 2019 e il 2020. Inoltre pre-pensionamento per oltre 60 dipendenti. La proposta di Asstel muove in prima battuta dalla convinzione che sia necessaria una rivisitazione del sistema di ammortizzatori sociali che punti alla realizzazione del passaggio da un modello di politiche a sostegno del reddito meramente difensivo a uno espansivo. A ben vedere le finalità del contratto di espansione rappresentano una efficace esemplificazione di questo nuovo modello grazie all’intervento di misure a supporto di lavoratori e aziende per accompagnarli in un processo di trasformazione digitale sempre più veloce scongiurandone al contempo i potenziali effetti traumatici. Proprio per questo Asstel chiede da tempo che questo strumento assuma un carattere strutturale atteso che i processi di reindustrializzazione e riorganizzazione per l’adeguamento e lo sviluppo tecnologico (che riguardano un ampio spettro di imprese dei settori più disparati), per loro natura necessitano di una programmazione di almeno medio periodo, che verrebbe frustrata da un modello limitato a un ambito temporale circoscritto.
In sintesi la proposta prevede:
- Definizione strutturale del contratto di espansione;
- Valorizzazione della formazione certificata e tendenzialmente rivolta al maggior numero possibile di lavoratori;
- Possibilità di accesso al contratto di espansione anche ad aziende con 500 unità lavorative rispetto alla situazione attuale (oggi 1.000);
- Conferma della tipologia delle assunzioni a tempo indeterminato;
- Possibilità di inserire misure di welfare collegate al contratto di espansione e al programma di riorganizzazione sotteso al contratto, coerenti con il piano di formazione.