venerdì 18 novembre 2022
L'amministratore delegato Andy Jessy avrebbe confermato il piano di licenziamenti per il 2023. Da Amazon a Twitter, da Uber a Getir i coIossi dei digitali hanno lasciato a casa 100mila lavoratori
Amazon licenzia 10mila dipendenti negli Usa

Amazon licenzia 10mila dipendenti negli Usa - Ansa

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Il black friday è alle porte ma per i lavoratori americani di Amazon sarà un periodo nero per altri motivi. Dopo giorni di indiscrezioni e di smentite sono stati confermati dall’amministratore delegato di Amazon Andy Jassy importanti tagli al personale. Secondo Abc news Jassy avrebbe fatto una comunicazione interna all'azienda annunciando un piano di licenziamenti per tutto il 2023. Il gigante dell'e-commerce si prepara a cacciare 10.000 impiegati, in quello che potrebbe essere il maggior taglio nella storia della società. Diecimila lavoratori rappresentano meno dell'1% della forza lavoro complessiva fatta di 1,5 milioni di persone ma il 3% dei suoi dipendenti. "L'economia rimane in una situazione difficile e noi abbiamo assunto rapidamente negli ultimi anni", ha sottolineato Jassy senza tuttavia specificare l'entità o i tempi dei nuovi licenziamenti.Secondo le indiscrezioni riportate dal New York Times, i tagli potrebbero scattare già in settimana e riguarderebbero la divisione device, in particolare Alexa, la divisione retail e le risorse umane.

La situazione di Amazon conferma il trend in atto nelle grandi aziende hi tech, dove Twitter e Meta hanno già ridotto il proprio personale di migliaia di unità e altre centinaia di aziende sono in difficoltà. Solo dall'inizio dell'anno la Silicon Valley ha tagliato più di 100mila posti. Il motivo? Lo scoppio della bolla creatasi durante la pandemia. Le società tecnologiche hanno assunto molti dipendenti per far volare i numeri durante l'emergenza Covid, quando questa è finita è cambiata l'aria: il business della pubblicità online non tira più e per fare quadrare i conti si ricorre ai tagli di personale. Pensavamo o alle big tech come dei giganti indistruttibil ma l’impatto dell’inflazione a la fine della pandemia, hanno spostato le lancette del tempo indietro e ribaltato ogni previsione che voleva il trionfo definitivo dell’e-commerce.

La crisi ha scosso tutto il sistema da Microsoft alla concorrente Salesforce ad Axios, da Google che ha invitato i dipendenti a trovarsi un altro lavoro. Già certificati i licenziamenti a tripla cifra per Groupon con 2800 addetti lasciati a casa, Uber con 6700 a Getir con altri 4800.Ad ottobre i 10 mila tagli di Meta, la controllante di Facebook,Instagram e Whatsapp, hanno fatto molto rumore, più della bufera che si è poi scatenata sulla società a Wall Street. Sotto i riflettori è finito il neo padrone di Twitter Elon Musk ha messo in campo a pochi giorni dall'acquisizione il dimezzamento dei dipendenti, annunciando un taglio di 3.750 persone su 7.500, in settori strategici dell'azienda: comunicazione,moderazione dei contenuti, policy. Subito dopo Musk ha fatto fuori altri 4mila lavoratori a contratto.

C’è da dire che per questi lavoratori ricollocarsi non è difficile: è in corso una redistribuzione di talenti dell’industria tecnologica. La crisi dei colossi non sembra incidere sulla trasformazione digitale che procede inesorabile. Al netto dei licenziamenti infatti, il numero di persone impiegate nel settore tecnologico è aumentato di 194mila unità nel 2022 solo negli Usa.

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