Lavoratori dell'Air France in rivolta contro un piano industriale che prevede tra l'altro
un taglio di 2900 posti di lavoro. Il cda della compagnia di bandiera francese è stato interrotto per le proteste dei lavoratori (un migliaio) che manifestavano. Si sono vissuti momenti di
vera tensione stamane nel quartier generale della compagnia
aerea di Roissy poco fuori Parigi quando i lavoratori hanno
fatto irruzione nella sala dove si svolgeva il board
dell'aviolinea. Al punto che, secondo i racconti dei delegati
sindacali, il capo delle risorse umane, Xavier Broseta, "è
stato quasi linciato" e per fuggire ha dovuto scavalcare in
tutta fretta alcuni tornelli, a torso nudo e con la camicia
strappata. In fuga anche il ceo Frederic Gagey. Per questo la
riunione è stata sospesa. Il management condanna "la violenza
fisica", in un comunicato, e annuncia una denuncia alla
polizia.
La tensione resta altissima, e dopo gli incidenti di
stamane, la riunione del cda non dovrebbe riprendere in
giornata, hanno riferito alcune fonti sindacali mentre
l'azienda non si è pronunciata. I manifestanti avevano fatto
irruzione proprio mentre si teneva la riunione, e mentre la
direzione confermava il piano di ristrutturazione che prevede
il taglio di 2.900 posti di lavoro. Decisione che, secondo le
tre sigle sindacali rappresentative, è
irricevibile: per questo motivo, hanno deciso la manifestazione
davanti alla sede dove era in corso la riunione del cda.
Il taglio dei 2.900 posti di lavoro tra il 2016 e il 2017
era stato preannunciato venerdì scorso dall'azienda ai
sindacati, e indicato come effetto della rottura dei negoziati
per migliorare la produttività. Secondo fonti sindacali, il
management ha indicato
un taglio di 300 piloti, 700 hostess e
1.900 personale di volo, ma il numero potrebbe essere maggiore
perchè sarebbe prevista anche una cospicua riduzione di voli
(37), e il ritiro di ben 14 aerei a lunga distanza. Se queste
cifre dovessero essere confermate, i sindacati ritengono che
sarebbero 4.900 i posti a rischio.
Oggi i sindacati hanno fatto
sciopero ma secondo la compagnia non ci sono stati particolari
disagi se non "ritardi già previsti".
Il nuovo piano di ristrutturazione, che si preannuncia il
più pesante nella storia della compagnia, fa seguito a quello
che ha già visto la
soppressione di 5.500 posti di lavoro tra
il 2012 e fine 2014. Dapprima l'azienda aveva suggerito alcune
misure per incrementare la produttività, ma per i sindacati
erano condizioni irricevibili. Di qui, la volontà del
management a procedere con il taglio dei 2.900 posti di lavoro
e la collera dei lavoratori. Il segretario di Stato ai
Trasporti Alain Vidalies ha bollato l'aggressione di oggi come
"inaccettabile". Atti, ha aggiunto, che "meritano di essere
sanzionati".