La manifestazione degli operatori di AirItaly al Mit - Ansa
Erano in tanti ieri mattina davanti al Mit, il ministero delle Infrastutture e dei Trasporti. Forse un centinaio. Quasi tutti indossavano una maglietta bianca con la scritta Save Air Italy. Qualcuno era perfino in divisa da pilota, hostess o steward. Una rappresentanza dei 1.450 dipendenti della compagnia aerea che non ha smesso di sperare. E non si è arresa alla liquidazione. Nonostante l’azienda abbia perso 230 milioni di euro solo nel 2019. Purtroppo dall’incontro tra la ministra Paola De Micheli e le organizzazioni sindacali (assenti i liquidatori) non è emersa la volontà di Alisarda (con il 51%) e di Qatar Airways (con il 49%) di ritirare la decisione di cessazione delle attività e perseguire quella del concordato preventivo che avrebbe consentito l’accesso dei lavoratori agli ammortizzatori sociali. «Abbiamo avuto conferma che la proprietà di Air Italy non ha intenzione di modificare la procedura» di liquidazione, ha comunicato la ministra ai sindacati. «Questo non significa che il governo non abbia provato a immaginare alternativa al loro no», ha aggiunto De Micheli.
I lavoratori hanno bloccato il traffico davanti al Mit quando dall’incontro è trapelata la conferma della procedura di liquidazione. In corteo anche i parlamentari sardi dietro allo striscione "Insularità in Costituzione". A sostegno dei 1.450 dipendenti si sta lavorando all’applicazione dell’articolo 44 del cosiddetto decreto Genova, introdotto dopo il crollo del ponte Morandi, che prevede un ampliamento della norma transitoria relativa alla Cigs per cessazione di attività, consentendo la cassa integrazione per 12 mesi. L’assicurazione è venuta dalla stessa ministra al termine dell’incontro: «Ci sarà bisogno di un passaggio parlamentare con un decreto». Confermata la proroga del regime di continuità territoriale a partire dal 16 aprile, quando Air Italy cesserà i voli, fino al 31 dicembre, con il ripristino dei precedenti bandi. A questo punto è probabile che sarà Alitalia a svolgere il servizio. Allo studio le ipotesi per garantire anche la continuità aziendale, ma il percorso appare difficile. Sul tavolo la proposta della Regione Sardegna di entrare al 51% insieme a Qatar Airways al 49%, uno scenario che al momento non trova l’appoggio della compagnia del Golfo, come ribadito dal vettore in serata. «Il governo – ha concluso la ministra - è disponibile a valutare ogni ipotesi di soluzione industriale per Air Italy nel nostro Paese, anche con l’apporto del sostegno delle Regioni più coinvolte, Sardegna e Lombardia».
«La vicenda di Air Italy – ha dichiarato Salvatore Pellecchia, segretario generale della Fit-Cisl – certifica una volta per tutte che il problema del trasporto aereo italiano non sono solo le aziende: abbiamo urgenza di trovare nuove regole al sistema ed è positivo che la ministra De Micheli stia andando in questa direzione. È positivo che abbiamo registrato unitamente all’impegno del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti anche quello del ministero dello Sviluppo e delle Regioni Lombardia e Sardegna. Allo stesso modo apprezziamo che il governo garantisca i salari dei dipendenti di Air Italy con un apposito decreto sulla scia del dl Genova e intenda guadagnare tempo per trovare soluzioni durature. Ricordo che già a giugno 2019 abbiamo presentato al governo la piattaforma unitaria "Rimettiamo in movimento il Paese", con cui abbiamo affrontato tutti i problemi dei trasporti italiani, quindi anche del trasporto aereo, e avanzato soluzioni. È il modello di trasporto aereo adottato dall’Italia che non funziona e a farne le spese sono le lavoratrici e i lavoratori italiani e le imprese».