L’agricoltura sembra non poter più fare a meno della tecnologia. A dirlo è la seconda edizione della ricerca su digital, tecnologia e agricoltura presentata a Macfrut 2016 da Image Line, azienda Hi-Tech italiana specializzata nelle soluzioni digitali per l’agricoltura, e Nomisma.Secondo lo studio l’82.3% dei consulenti usa quotidianamente internet per la propria attività, percentuale importante anche rispetto al 61% degli agricoltori che hanno accesso alla rete. Se il 95.6% di questi ultimi utilizza pagine web e banche dati online a supporto della gestione dell’azienda agricola, la percentuale sale al 99.5% per i consulenti. Le principali informazioni ricercate sono aggiornamenti normativi e di settore (21.4%), seguite da informazioni su tecniche e trattamenti per le colture (18.6%) e su bandi e altre opportunità di finanziamento (18.2%). Il 32.6% del campione dei consulenti, inoltre, usa i social media a supporto dell’attività di consulenza. Un dato particolarmente interessante se pensiamo che la maggior parte dei canali social utilizzati non sono legati al mondo dell’agricoltura ma sono piattaforme generaliste. Infatti il 25.7% dei consulenti usa quotidianamente Facebook e il 16.5% LinkedIn per la loro attività professionale. Le previsioni meteo, consultate quotidianamente dal 35.2% degli agricoltori e dall’11.9% dei consulenti, sono protagoniste dell’utilizzo di app – su mobile o su web – da parte di entrambi i campioni (82.5% dei consulenti e 80.5% degli agricoltori che usano APP e/o web application). Gli altri servizi di cui usufruiscono maggiormente attraverso app i consulenti in agricoltura sono aggiornamenti riguardo a norme o eventi di settore (36.6%), il riconoscimento di avversità (36.3%) e il quaderno di campagna (27.8%). Resta, questo delle app, uno strumento che viene identificato dal 19.9% di tecnici e periti come fondamentale da sviluppare per agevolare gli operatori del settore agricolo del futuro. Seguono il gps applicato all’agricoltura di precisione (17%) e le centraline agro-meteo (15.7%). Interessante notare come i droni sono identificati come strumenti da implementare dal 15% dei consulenti, una percentuale decisamente più bassa del 43% degli agricoltori. A livello di contenuti, invece, il 16% del campione vorrebbe trovare su internet/app/social informazioni che consentano di mettere a confronto l’efficacia di diversi prodotti. I consulenti ritengono la tecnologia un alleato fondamentale per l’aumento delle proprie conoscenze professionali (42.6%), ma trovano che rappresenti anche uno strumento utile per una comunicazione più efficace con i clienti (14.4%) e le istituzioni (11.4%). Un quadro che conferma la tendenza del settore ad affidarsi e affidare sempre più compiti agli strumenti che l’innovazione tecnologica mette a disposizione. "Se l’immagine dell’agricoltore con la zappa in mano è da relegare agli archivi, anche i consulenti in agricoltura seguono lo stesso trend di digitalizzazione, diventando figure professionali sempre più legate alle nuove tecnologie – ha dichiarato
Ivano Valmori, fondatore di Image Line. La ricerca condotta da Nomisma ci fornisce un quadro preciso di un momento storico in cui la tecnologia diventa per agrotecnici, agronomi e periti agrari un fattore competitivo. Circa il 20% di loro, infatti, usa le applicazioni su smartphone e tablet quotidianamente, ed è un
trend in continua crescita. Un altro dato sorprendente è che i consulenti italiani in agricoltura sono pionieri dell’innovazione digitale: oltre il 75% di loro usa internet nella propria professione da più di 10 anni. Image Line li ha accompagnati in questi anni sviluppando soluzioni innovative come il Qdc– Quaderno di campagna, la piattaforma che consente la raccolta ed elaborazione di informazioni sulle attività in campo, informazioni che oggi possono anche essere condivise dall’agricoltore direttamente con il consumatore"."La ricerca, ha rivelato tre diversi profili molto interessanti – ha affermato
Denis Pantini, direttore Area Agroalimentare di Nomisma -. Il 77% del campione di consulenti, di età prevalentemente compresa tra i 30 e i 55 anni, è rappresentato da professionisti innovatori e intraprendenti, con un elevato interesse per i servizi innovativi. Il 5% dei consulenti, invece, mostra un’esperienza di tipo tradizionale, restando quindi legati a canali di comunicazione classici come convegni e riviste di settore. Vi sono poi i giovani insoddisfatti (18%, prevalentemente con meno di 29 anni), una fascia in crescita che si dimostra insoddisfatta degli attuali strumenti informativi e che auspica di trovare in futuro piattaforme di commercializzazione di input e mezzi tecnici".