L'80% delle aziende che lavorano nel settore agricolo vede nella tecnologia lo strumento per ridurre i costi, rendere efficienti produzione e distribuzione e aiutare la tutela dell'ambiente. È quanto emerso dalla ricerca Agrinnova condotta da Wired e Ibm, in collaborazione con Coldiretti Giovani Impresa e Voices from the Blogs, su 429 imprese italiane iscritte alla confederazione. Soprattutto gli under 35, sottolinea la ricerca, intendono la tecnologia come elemento indispensabile per una produzione sostenibile, destinata a valorizzare la biodiversità, le specificità territoriali, la qualità e la sicurezza degli alimenti.Il 75% di chi ha partecipato all'indagine si è interessato ai big data, ai droni, ai sensori e alla genomica - particolarmente indicati per il monitoraggio e gli interventi di precisione sulle coltivazioni - il 30% ne prevede l'utilizzo e il 10% li ha già applicati. Molto apprezzate sono le tecniche di impiego dei sensori sul campo (52,2%) e della
digital agronomist (50,1%) pur essendo il loro impiego ancora limitato a livello di singole aziende. E ancora: il 93% è consapevole dell'importanza di investire in marketing e comunicazione. Altro elemento emerso dallo studio è la stretta relazione tra innovazione e creatività: l'81,9% degli intervistati realizza soluzioni nuove nella creazione di prodotti, la rivitalizzazione di quelli esistenti e l'immissione in mercati diversi. Il che si traduce anche in un minore utilizzo delle risorse idriche, di energia e sostanze chimiche che possono essere un pericolo per la salute umana e ambientale.