martedì 10 novembre 2015
Cresciuti del 2% rispetto allo stesso periodo del 2014, attestandosi a oltre 132mila venditori. Confermata la rilevanza della componente femminile, pari al 93,1%.
Addetti alla vendita in crescita
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I primi nove mesi 2015 delle imprese associate Univendita, la maggior associazione della vendita a domicilio, si sono chiusi con un fatturato di 1 miliardo e 148 milioni di euro, con un incremento del 7,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Dopo il primo semestre che si era chiuso con un +5,3%, la vendita a domicilio consolida il dato di crescita e conferma le previsioni di chiusura per il 2015 con un fatturato intorno a 1,6 miliardi di euro.  «Adesso che la fiducia dei consumatori è tornata a livelli pre-crisi la vendita diretta, dopo essere stata anticiclica negli anni peggiori, guida la ripresa dei consumi – afferma il presidente di Univendita, Ciro Sinatra –. Il fatto di non aver mai sofferto il calo dei consumi ci dà un vantaggio rispetto agli altri canali del commercio; il valore delle relazioni che si sono instaurate nel tempo fra venditori a domicilio e consumatori rappresenta un patrimonio importante per le nostre aziende che, adesso, beneficiando di un clima più favorevole, consolidano la propria posizione». La vendita a domicilio targata Univendita interpreta al meglio il momento favorevole dell’economia che sta ripartendo. L’Indicatore dei Consumi Confcommercio (Icc) ha registrato a settembre una crescita dell’1,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Anche secondo la Global Consumer Confidence Survey elaborata da Nielsen, la fiducia ha ripreso a correre nel terzo trimestre 2015. La tendenza è confermata dall’Istat, che a ottobre ha registrato il più alto livello nel clima di fiducia dei consumatori da 13 anni a questa parte con un rialzo dell’indice da 113,0 del mese precedente a 116,9. Univendita registra numeri in crescita anche sul versante dell’occupazione: il numero degli addetti alla vendita cresce del 2,0% rispetto allo stesso periodo del 2014, attestandosi a oltre 132mila venditori, dato dove si conferma la rilevanza della componente femminile, pari al 93,1%.   «Il trend di crescita del settore rappresenta un incentivo per intraprendere l’esperienza di venditore a domicilio – commenta Sinatra – un’esperienza lavorativa che, non dimentichiamolo, ha anche una forte componente personale, dato il rapporto diretto con il consumatore e le sue esigenze. Così ci spieghiamo, specie fra le donne, l’attrattiva esercitata dalla vendita diretta».   Nel dettaglio, il comparto più dinamico è stato quello dei “beni durevoli casa” che, con un incremento dell’11,1% e una quota di mercato del 60%, si conferma come il più importante della vendita a domicilio, seguito da “alimentari e beni di consumo casa” in crescita del 7,8%.
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