«Lavoriamo con passione da anni per valorizzare il capitale umano attraverso il riconoscimento delle diverse caratteristiche individuali, a cui prestiamo una sempre maggiore attenzione. I risultati di questo impegno sono concreti e tangibili all’interno dell’azienda e costituiscono fonte di grande soddisfazione. Il fatto che la nostra determinazione sia stata formalmente riconosciuta anche dall’indice Thomson Reuters ci rende ancora più orgogliosi e testimonia la efficacia del lavoro svolto». Lo dice quasi gongolando Francesca Patellani, Geographic Services Lead & Corporate Citizenship Lead di Accenture in Italia, Europa Centrale e Grecia e vice presidente di Fondazione Italiana Accenture.
In pochi anni, infatti, la multinazionale ha ottenuto riconoscimenti importanti in ambito welfare, fondando il proprio successo sulle persone e sulle loro capacità. Saper includere la diversità ha rappresentato la chiave per valorizzare le risorse umane e per produrre idee innovative che si generano dal confronto fra esperienze eterogenee ben amalgamate. La consapevolezza che una cultura orientata alla comprensione, all’inclusione e alla valorizzazione delle individualità permette di essere innovativi sul mercato, di attrarre i talenti e di valorizzarne il loro potenziale ha permeato tutta l’azienda, a tutti i livelli. Il traguardo fissato lo scorso anno di raggiungere la parità di genere in azienda entro il 2025 ha rappresentato una sfida importante, che ha contribuito a porre ancora più attenzione sulle tematiche di inclusione di genere.
«Promuoviamo lo sviluppo di una cultura inclusiva a 360° - spiega la manager - focalizzandoci su iniziative orientate alla valorizzazione di tutte le diversità: dal genere, all’orientamento sessuale, dall’origine etnica all’abilità, dalla cultura all’età e alla religione, con programmi articolati e variegati. Un approccio, questo, in grado di favorire e accelerare la creazione di un ambiente di lavoro realmente aperto. Seguiamo con ottica inclusiva tutto il percorso dei nostri professionisti in azienda - dalla fase di reclutamento all’ingresso in Accenture, dalla formazione al processo di crescita, fino ai passaggi di carriera più rilevanti - fornendo a tutti pari opportunità, con l’obiettivo ultimo che ciascuno si senta sempre a proprio agio potendo esprimere “completamente sé stesso”. Realizziamo tutto ciò attraverso un programma complessivo orchestrato dalle strutture globali di Accenture, che si concretizza poi in molteplici iniziative locali».
Inoltre esistono progetti specifici per l'Italia. In particolare sono stati sviluppati programmi per raggiungere il bilanciamento di genere e per favorire l’inclusione di persone con diverso orientamento sessuale, con disabilità psichica e fisica e di diverse religioni, nonché iniziative volte a valorizzare la genitorialità e il dialogo intergenerazionale. Ecco alcune tra le iniziative più innovative e di maggior successo:
• Stem girls leading in the new
Sono eventi formativi organizzati da diversi anni, dedicati a giovani laureande e laureate, al fine di fornire a ragazze “non Stem” ( ossia senza formazione scientifica o su aree tecniche, digitali o sulle soft skill) competenze allineate alle nuove professioni, necessarie per superare il divario di genere nel mondo del lavoro. Le ragazze possono beneficiare della testimonianza di persone appassionate di tecnologia e di sessioni di Design Thinking, per scoprire come le materie Stem possono aiutare a risolvere i problemi in modo creativo e per costruire una cultura di uguaglianza nel contesto lavorativo.
• Inclusive leadership
Sviluppo della consapevolezza sui pregiudizi a favore di una maggiore inclusività. Sono workshop che hanno l’obiettivo di formare una leadership inclusiva. Annualmente coinvolgono circa 500 executive guidati da trainer professionisti, che si riuniscono per momenti di riflessione, formazione e confronto e per imparare a riconoscere, gestire e mitigare i pregiudizi consapevoli e inconsapevoli. Si valorizza la diversità, competenza chiave in un’organizzazione che pone le persone al centro e sostiene la crescita dei talenti.
• Forme di conciliazione tra vita professionale e privata
Conciliare la vita professionale e quella privata è un tema centrale per tutti i dipendenti e di certo il life balancing, sentito maggiormente durante il periodo di maternità e paternità, è uno dei fattori che influenzano la soddisfazione sul lavoro.
In questo ambito, Accenture è pioniera (dal 2009) nell’introduzione di iniziative che favoriscono il “Lavoro agile”, come part-time, remote working, e iniziative di caring per sostenere il rientro dalla maternità. In Italia Accenture è stata la prima ad aver attivato, sempre nel 2009, il lavoro agile come modalità complementare al tradizionale lavoro in ufficio. Oggi circa 3mila persone lavorano da casa o da qualunque altro luogo fino a due giorni alla settimana. Nel corso degli anni, inoltre, ha aiutato diverse aziende clienti ad avviare questo progetto per i loro dipendenti e aderisce ogni anno all’iniziativa del Comune di Milano dedicata al lavoro agile. Ha attivato forme di part time orizzontale e verticale e specifiche iniziative di coaching e di consulenza familiare (Eap) per far riprendere con efficacia il percorso di carriera. Assecondando le esigenze personali, promuove anche assegnazioni temporanee su attività più facilmente conciliabili con i primi mesi di vita del bambino.
• Proud to be
Accenture è stata tra le prime aziende nel mondo a introdurre politiche per la non discriminazione sul posto di lavoro legata anche all’orientamento sessuale, aprendo un dialogo che favorisce l’autenticità in azienda, consentendo a tutti di poter esprimere il meglio di sé.
• Job stations
Inclusione lavorativa di persone con disagio psichico. Sono centri di smart working assistiti per l’inclusione lavorativa di persone con storie di disagio psichico, nati nel 2012 nell’ambito delle iniziative di Responsabilità Sociale di Accenture e della Fondazione Italiana Accenture. Le Job stations sono spazi accoglienti, protetti e stimolanti gestiti da tutor esperti, dove chi ha questo tipo di disabilità può lavorare in totale serenità, esprimere il proprio potenziale e riacquisire fiducia nelle proprie competenze, nel rispetto dei bisogni di ciascuno. I risultati finora ottenuti sono molto positivi: 64 persone le coinvolte, cinque postazioni avviate e 15 le aziende interessate.
• Your child your master
Valorizzazione dell’esperienza genitoriale in azienda. Questo programma attivo in Accenture aiuta a capitalizzare l’esperienza genitoriale (di mamme e papà) e ne sottolinea il valore, l’arricchimento e la crescita per la persona e per l’azienda. Attraverso la piattaforma messa a disposizione da Maam, le persone vengono aiutate a prendere consapevolezza del patrimonio di competenze sviluppato in una fase così importante della vita, che arricchisce anche l’esperienza professionale.
• Building bridges
Dialogo tra religioni e culture diverse. Di recente è stata organizzata una serie di seminari aperti ai dipendenti, anche con la partecipazione di ospiti esterni, che testimoniano e condividono le loro esperienze legate a fede, spiritualità, cultura. Aperto così un dialogo che favorisce la comprensione e l’inclusione di religioni e culture diverse: poter esprimere se stessi anche in queste dimensioni consente a tutti di dare il meglio di sé.
Insomma è un welfare ad ampio spettro, che ha consentito ad Accenture di scalare le classifiche e di diventare uno dei posti di lavoro più ambiti dai giovani. «Proseguiremo il percorso di impegno e passione tracciato con chiarezza e intrapreso più di dieci anni fa - conclude Francesca Patellani - capitalizzando sulle iniziative di successo e creando sempre più connessioni fra le varie dimensioni del nostro approccio e fra i diversi programmi, ponendo le persone al centro, incoraggiandole ad essere autentiche, a intraprendere nuove sfide e a far emergere e condividere idee per innovare. L’obiettivo concreto che vogliamo perseguire per segnare un reale cambiamento è smettere di parlare di noi come di un’azienda che include le diversità di genere, di orientamento sessuale, di età, di cultura, per definirci semplicemente come un’azienda inclusiva, in cui la diversità rappresenti la più assoluta normalità».