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L’Intelligenza artificiale (Ia) può aiutare i leader a ripensare e trasformare le loro aziende attraverso una collaborazione tra uomo e macchina, che darà una nuova forma alle imprese e ai mercati. È questa la previsione che i due esperti di Ia di Accenture presentano nel loro nuovo libro Human + Machine: Reimagining Work in the Age of AI. Il libro espone in dettaglio come, attraverso un ripensamento dei processi aziendali, sia possibile usare l’Ia per accrescere il livello di innovazione e la redditività.
Scritto a quattro mani da Paul Daugherty, Chief Technology and Innovation Officer di Accenture, e Jim Wilson, Managing Director of Information Technology and Business Research di Accenture Research, Human + Machine è stato recentemente pubblicato da Harvard Business Review Press.
Il libro - che si basa sulle competenze degli autori e su una ricerca quantitativa e qualitativa condotta su 1.500 imprese - affronta il pensiero diffuso secondo cui i sistemi di Ia si sostituiranno progressivamente all’uomo nel lavoro. Se da una parte questo sarà vero per alcune professioni, dove una parte delle mansioni verrà automatizza attraverso l’Ia - spiegano gli autori - dall’altra, il vero punto di forza della tecnologia sta nel saper amplificare le capacità umane.
«Per sfruttare appieno i benefici dell’intelligenza artificiale i leader di impresa devono trasformare il rapporto tra collaboratori e macchine in un’ottica di ’intelligenza collaborativa: è questo che emerge chiaramente dalla nostra ricerca - ha commentato Daugherty -. Non si tratta di creare dei ‘superuomini artificiali’, ma di utilizzare la tecnologia per dotare l’uomo di maggiori capacità e competenze perché possa ottenere risultati migliori dalla propria attività e imparare più velocemente».
La collaborazione tra uomo e macchina apre la strada a quella che gli autori chiamano la “terza ondata” della trasformazione industriale: la prima, che deve il suo avvio a Henry Ford, riguardava i processi standardizzati; la seconda, che ha raggiunto l’apice negli anni ‘90 con il movimento di reingegnerizzazione dei processi aziendali, riguardava invece i processi automatizzati. La terza ondata ha invece dato vita a quello che gli autori chiamano “missing middle”, quello spazio in cui uomini e macchine collaborano per realizzare sostanziali incrementi nelle performance aziendali.
Nel ”missing middle”, l’uomo lavora con le macchine intelligenti per trarre vantaggi da ciò che ciascuna parte sa fare meglio; l’uomo si occupa dello sviluppo, della formazione e della gestione delle diverse applicazioni di Ia, mentre le macchine restituiscono all’uomo capacità notevolmente potenziate, come la possibilità di processare e analizzare in tempo reale un gran numero di dati provenienti da una moltitudine di fonti. Per sfruttare appieno la forza dell’Ia, le aziende devono colmare il divario del “missing middle” valutando la creazione di nuove professioni, stabilendo nuovi tipi di rapporti di lavoro tra uomo e macchina, cambiando i concetti tradizionali di gestione e rivedendo il concetto stesso di lavoro.
«La straordinaria potenzialità dell’Ia di far evolvere le aziende rappresenta una sfida sempre più grande da affrontare con urgenza - ha spiegato Wilson -. Con l’obiettivo di aiutare i leader di azienda a ripensare i propri processi e ottenere il massimo dall’Ia per amplificare le capacità umane, abbiamo sviluppato quello che chiamiamo "Melds", ovvero un modello fondato su cinque principi fondamentali che le imprese devono seguire per adottare l’intelligenza artificiale: Mindset (atteggiamento mentale), Enterprise (impresa), Leadership, Data (dati) e Skills (capacità). Le aziende innovative possono fare leva su questo modello per cavalcare questa terza trasformazione industriale e fare tesoro della collaborazione tra uomo e macchina basata sull’Ia».
Human + Machine spiega come il potenziamento dell’Ia stia ridisegnando i processi aziendali all’interno di tre categorie di interazione uomo-macchina nel “missing middle”: amplificazione, in cui l’Ia permette di ottenere straordinari risultati basati sui dati, spesso elaborati in tempo reale; interazione, in cui l’Ia utilizza interfacce avanzate come l’elaborazione a comando vocale del linguaggio naturale; e personificazione, in cui l’Ia lavora in sinergia con sensori, motori e attuatori che permettono ai robot di condividere lo spazio di lavoro con l’uomo e intraprendere una collaborazione lavorativa fisica.
Il libro identifica anche tre macro-categorie di nuove professionalità nel “missing middle”, grazie a cui le aziende sapranno garantire un’applicazione di successo dell’intelligenza artificiale: i trainer, che saranno chiamati a istruire i sistemi intelligenti - aiutando chi elabora il linguaggio naturale e i traduttori del linguaggio a migliorare i risultati - e gli algoritmi su come imitare i comportamenti umani; gli explainer, che avranno la funzione di ridurre il divario tra sviluppi tecnologici e applicazioni concrete a livello di business, chiarendo il funzionamento di algoritmi complessi ai professionisti non tecnici; e i sustainer, le figure deputate al corretto funzionamento dei sistemi intelligenti, in quanto strumenti creati al servizio dell’uomo, per semplificare il nostro lavoro e la nostra vita.