Fatica a farsi largo il 5G in Europa dove si viaggia a due velocità con alcuni paesi in vantaggio e altri in affanno. Nel terzo trimestre 2022, la penetrazione delle reti di quinta generazione, che garantiscono prestazioni più veloci e minori interferenze, è ferma all'8% delle connessioni complessive, a fronte di una media mondiale dell'11,2%. A livello globale svettano la Corea del Sud (56,4%), gli Usa (41,9%), la Cina (38,4%) e il Giappone (37,1%).
L'Europa, rileva l'analisi annuale dell'Area Studi Mediobanca dedicata alle Telecomunicazioni e diffusa oggi, procede in ordine sparso con Germania (19,6%) e Gran Bretagna (17,4%) che staccano Italia (8,7%), Spagna (7,8%) e Francia (7%).Nel primo semestre del 2022 gli investimenti sono complessivamente saliti del 7,1%, con in testa gli Usa (+21,9%) che li ha destinati principalmente allo sviluppo del 5G, consentendo agli Stati Uniti di superare la Cina in termini di diffusione della nuova tecnologia.Il comparto delle telecomunicazioni mantiene una lieve crescita nel primo semestre del 2022, con il giro d'affari aggregato dei principali gruppi mondiali in crescita del 3,6%, ma l'Europa rimane ferma con un minimo +0,5%. Buono l'andamento delle società cinesi (+10,7%), mentre quelle americane si fermano al +1,5%.
Il rapporto di Mediobanca indaga anche lo stato di salute del settore. In Italia il giro d'affari del comparto delle tlc si è contratto di 14 miliardi di euro tra il 2010 e il 2021, con un calo medio annuo del 3,7% e la rete mobile in maggior affanno (-5%) rispetto a quella fissa (-2,5%). Gli introiti da sms sono diminuiti di 2 miliardi e si sono quasi azzerati, i ricavi voce sono scesi di 5,6 miliardi nel fisso e 6,3 nel mobile. A pesare, secondo Piazzetta Cuccia, sono state le pressioni competitive, esercitate anche dagli 'over the top', che nel nostro Paese hanno causato una più marcata contrazione delle tariffe telefoniche, il 20,5% rispetto a una riduzione media europea del 4,9% medio nel quinquennio 2017-2021. Il trend è proseguito nel primo semestre 2022, con i ricavi dei principali operatori italiani scesi del 4,6% (-3,1% il comparto mobile e -5,8% il fisso), con i primi tre operatori a farne le spese: il fatturato di Tim è sceso del 7,5%, quello di Wind Tre del 6,1% e quello di Vodafone del 2,5%, con una diminuzione cumulativa di 258 milioni. Continua la crescita considerevole di Iliad (+15,4%), tengono bene anche PosteMobile (+3,3%) e Fastweb (+1,5%).