mercoledì 4 settembre 2024
Vivere sui passi di san Francesco da laici? «Sì, se guardiamo gli altri come fratelli»
La tappa a Novara della Marcia Francescana delle Famiglie 2024

La tappa a Novara della Marcia Francescana delle Famiglie 2024 - fvsonline.it

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Prendersi cura degli ultimi in tutte le situazioni della vita quotidiana è regola e programma dell’Ordine francescano secolare (Ofs), quindi impegno concreto nell’ambito del lavoro, della famiglia, della giustizia, della cura della “casa comune”, nel sociale e politico. «Il tutto vissuto all’interno dell’esperienza di fraternità. Contrariamente a tanti altri movimenti – nota Luca Piras – l’Ordine francescano secolare non ha un suo ambito privilegiato, ma proprio per questo occorre saper osservare, ascoltare, accogliere e condividere».

Sono giorni di programmazione questi per il Consiglio nazionale di quello che un tempo era chiamato «Ordine dei penitenti», cui oggi aderiscono un migliaio di fraternità in tutta Italia.

Luca Piras, presidente dell'Ordine francescano secolare

Luca Piras, presidente dell'Ordine francescano secolare - Gianluca Garbuglia - fvsonline.it

Luca Piras, 53 anni, ingegnere, sposato, due figlie, assessore alle politiche sociali del comune di Villaurbana, in provincia di Oristano, nello scorso maggio ha iniziato il secondo triennio da Ministro nazionale. Per la festa del patrono, san Ludovico, la cui memoria ricorre il 25 agosto, ha inviato un messaggio ai quasi 18 mila laici francescani secolari con l’augurio di un rinnovato desiderio di ricercare le vie di giustizia, pace, cura e impegno concreto.

«Mi piace pensare – dice Piras – che la nostra Regola non sia un contenitore di obblighi o impegni, quanto piuttosto strumento di confronto e specchio privilegiato per rapportarsi al Vangelo e tradurlo in vita quotidiana piena di opere buone».

Come l’Ofs si inserisce nella vita della Chiesa locale?

Il rischio di qualsiasi realtà è quello di bastare a se stessa ed essere in qualche modo autoreferenziale. Il francescano, per definizione, non può essere questo. È importante avere una vita fraterna propria e uno specifico percorso formativo, tuttavia è necessario “abitare la Chiesa”, sia per il rapporto con la gerarchia sia anche e soprattutto per le relazioni con tutte le realtà operanti in essa.

Quali sono le caratteristiche della spiritualità francescana oggi nel mondo?

Francesco d’Assisi vive l’esperienza forte di “essere figlio” del Padre. È da qui che nasce il sentirsi fratello di ogni creatura attraverso Gesù. Tutto ciò non può essere vissuto come un’attività di volontariato, ma come realizzazione di un progetto e di una storia. Rispondere a una vocazione non è una check list di cosa fatte o da fare, quanto piuttosto una storia da costruire insieme agli ultimi di ogni giorno, in cui riconoscere Gesù quale fratello.

L’Ofs, un ordine di molti anziani e pochi giovani?

In Italia e nel mondo abbiamo numerose fraternità in cui convivono tanti anziani ma anche molti giovani. Posso dire con certezza che l’Ofs di oggi sta compiendo un percorso serio per riappropriarsi della propria identità, anche a costo di calare nei numeri. Non sono pochi i giovani che bussano alle nostre porte con il desiderio di fare un’esperienza di fraternità.

Un ordine può essere attrattivo per i giovani d’oggi?

Oggi i giovani sono etichettati come quelli che non hanno la capacità di prendersi impegni “per sempre”. La mia esperienza è, invece, che laddove ci sia una proposta seria ci può essere una risposta positiva. Da parte di noi adulti serve un’attenzione e un accompagnamento rilevanti. Tante volte ci approcciamo ai giovani intravedendo in loro un serbatoio da cui attingere per portarli dalla nostra parte e incrementare i numeri associativi. Credo che sia importante partire dall’amore per la nostra vocazione e in qualche modo essere contagiosi, attraverso la relazione e la condivisione di esperienze, anche in età diverse.

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