Le meditazioni sono state scritte dal cardinale Gualtiero Bassetti, e sono dedicate a tutti "i crocifissi della storia" (I TESTI INTEGRALI): i «bambini schiavi», chi arriva in Europa sulle «carrette del mare», gli «ebrei morti nei campi di sterminio», le «donne oggetto di sfruttamento e di violenza», i piccoli «profanati nella loro intimità». Ma anche i «milioni di profughi, rifugiati e sfollati che fuggono disperatamente dall’orrore delle guerre, delle persecuzioni e delle dittature», coloro che «pensano di non avere più dignità perché hanno perso il lavoro», quanto «soffrono per una famiglia spezzata», dei cristiani vessati in nome del Vangelo. LEGGI L'INTERVISTA AL CARDINALE BASSETTI «Quanta paura nelle nostre città, negli ambienti di lavoro» scandisce la lettrice nella prima stazione, la croce portata dal vescovo vicario di Roma, cardinale Agostino Vallini. «Signore fai che l'urlo delle nostre angosce non ci impedisca di sentire» la dolcezza della tua voce.
LA CRONACA E LE FOTO (Siciliani) della Via Crucis al Colosseo. LA PREGHIERA DEL PAPA (IL TESTO)
Lo scandalo della Croce che vince ogni male (R. Colombo)
Lo scandalo della Croce che vince ogni male (R. Colombo)
Il Papa segue la Via Crucis
Per la seconda stazione la croce è portata da una famiglia di Roma, Andrea Postiglione e Francesca Martucci con i loro 4 figli. Gesù è caricato sulla croce.
Dov'è Dio, si chiede il lettore nella terza stazione, nelle miniere dove lavorano i bambini? Dov'è Dio nelle barche di migranti che affondano nel Mediterraneo? Dov'era Dio nei campi di sterminio? "Ci sono situazioni di sofferenza che sembrano negare l'amore di Dio". Dio è al loro fianco, è la risposta. La croce è portata da rappresentanti dell'Unitalsi, l'Unione nazionale trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali: Francesco Rocco Arena, disabile in carrozzina, accompagnato dalla sorella Luciana e dal barelliere Salvatore Bonaccorso. Nella quarta stazione la croce è portata dalla famiglia Budaci di Roma, marito moglie e due figlie. Nella quinta stazione la croce è portata da due allieve, un insegnante e il direttore dell'Afgp, associazione formazione Giovanni Piamarta di Remedello (Bs). "La sofferenza quando bussa alla nostra porte non è mai attesa - è il commento della meditazione del cardinale Bassetti -. Appare sempre come una costrizione, talvolta perfino come un'ingiustizia. E può trovarci drammaticamente impreparati. Una malattia potrebbe rovinare i nostri progetti di vita. Un bambino disabile potrebbe turbare i sogni di una maternità tanto desiderata. Quella tribolazione non voluta bussa, però, prepotentemente al cuore dell'uomo. Come ci comportiamo di fronte alla sofferenza di una persona amata? Quanto siamo attenti al grido di chi soffre ma vive lontano da noi?".Nella sesta stazione la croce è portata da una donna cinese, Yialaan Chin, e una russa, Varvara Slivkina. La Veronica asciuga il volto di Gesù. "Quanti volti sfigurati dalle afflizioni della vita ci vengono incontro e troppo spesso voltiamo lo sguardo dall'altra parte. Come non vedere il volto del Signore in quello dei milioni di profughi, rifugiati e sfollati che fuggono disperatamente dall'orrore delle guerre, delle persecuzioni e delle dittature? - scrive l'arcivescovo di Perugia -. Per ognuno di loro, con il suo volto irripetibile, Dio si manifesta sempre come un soccorritore coraggioso".Nella settima stazione portano la Croce una donna paraguaiana, Nives Masala, e un uomo bosniaco, Radoslav Dodig. Gesù cade per la seconda volta.Nell'ottava stazione la Croce è portata da una famiglia ecuadoregna, Josè Silva e Monica Jaramillo con il figlio Giuseppe Carlo. Gesù incontra le donne di Gerusalemme.Nella nona stazione portano la Croce una donna dall'Uganda, Prisca Ojok Aunma, e un uomo keniota, Nicodemus Orioki Nyaega. Gesù cade per la terza volta. "Quante volte gli uomini e le donne cadono a terra - scrive il cardinal Bassetti -. Quante volte gli uomini, le donne e i bambini soffrono per una famiglia spezzata. Quante volte gli uomini e le donne pensano di non avere più dignità perché non hanno un lavoro. Quante volte i giovani sono costretti a vivere una vita precaria e perdono la speranza per il futuro". "È per misericordia che Dio s'è abbassato fino a giacere nella polvere della strada". "Polvere benedetta dalle lacrime di tanti fratelli caduti per la violenza e lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo".Nella decima stazione la Croce è portata dal messicano Ruben Guillen Soto e da Letitia Yando della Repubblica centrafricana. Gesù è spogliato delle vesti. "Quel corpo spogliato di tutto fuorché dell'amore - commenta l'arcivescovo di Perugia - racchiude in sé l'immenso dolore dell'umanità e racconta tutte le sue piaghe. Soprattutto quelle più dolorose: le piaghe dei bambini profanati nella loro intimità".Nell'undicesima stazione portano la Croce John Sentovich, statunitense, e la boliviana Susana Mamami. Gesù è crocifisso.Nella dodicesima stazione la Croce è portata da due siriani assistiti dalla comunità di Sant'Egidio, Haddad Rana e Yousef Saghir. Gesù muore in croce. "Il XX secolo - riflette il cardinal Bassetti - è stato definito il secolo dei martiri. Esempi come quelli di Massimiliano Kolbe ed Edith Stein esprimono una luce immensa. Ma ancora oggi il corpo di Cristo è crocifisso in molte regioni della terra. I martiri del XXI secolo sono i veri apostoli del mondo contemporaneo".Nella tredicesima stazione la Croce è portata dai frati di Terrasanta. Gesù è deposto dalla Croce. "Il silenzio, la semplicità e la sobrietà con cui Giuseppe si avvicina al corpo di Gesù" è in contrasto "con l'ostentazione, la banalizzazione e la fastosità dei funerali dei potenti di questo mondo. La testimonianza di Giuseppe ricorda - osserva l'arcivescovo di Perugia - tutti quei cristiani che anche oggi per un funerale mettono a rischio la propria vita".
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