Il coro dei Piccoli cantori del Duomo di Ratisbona in un'immagine d'archivio del 2009. (Ansa / Osservatore Romano)
Altri due studi dovranno chiarire ulteriormente i contesti storici e sociologici” delle vicende consumatesi negli anni ‘60 e ‘70 nelle scuole frequentate dai piccoli membri del “Regensburger Domspatzen”, letteralmente “gli uccellini del duomo di Ratisbona”, oggetto delle 425 pagine del Rapporto dell’avvocato Ulrich Uber.
A renderlo noto è monsignor Rudolf Voderholzer, vescovo di Ratisbona, che il 22 luglio, come ha riferito il Sir, ha scritto ai fedeli. Una parte del Rapporto infatti riferisce di come siano stati affrontati i casi noti soprattutto dopo il 2010, quando la diocesi ha messo in funzione misure, strutture e persone che si occupano non solo dei casi di abusi sessuali, ma anche di violenze fisiche.
La diocesi continuerà a impegnarsi per le vittime con sostegni economici e psicologici identificati alla luce delle conclusioni dei nuovi studi. Il vescovo chiede aiuto perché “tutti coloro che sono stati vittime di violenze o abusi sessuali in altre istituzioni ecclesiastiche e che fino ad ora non lo hanno ancora segnalato, trovino il coraggio di fidarsi di noi”, perché “possano sperimentare riconoscimento e giustizia, e trovino aiuto”.
Quanto alla tutela dei bambini e ragazzi oggi se “molto è stato fatto” nel Coro e nelle scuole, internati e asili, il vescovo chiede “sostegno” per altre iniziative per prevenire e identificare tempestivamente simili casi. “Sostenere i bambini e i giovani, testimoniare la fede con la parola e con l’esempio, ma anche imparare da loro, questo è il nostro compito per il futuro”.