venerdì 4 agosto 2023
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Che l’aria sia quella accogliente di una casa lo si percepisce appena si varca la porta della scuola delle Dorotee, in rua Artilharia.

E a rendere plasticamente l’idea di famiglia ci pensano i coniugi Cozzi, originari di Trecchina (Potenza), volontari a Casa Italia con le figlie Chiara e Giorgia. Mimma e Osvaldo sono operativi in cucina, le ragazze fanno parte dello staff di animatori.

Un'esperienza di servizio a 360 gradi, un modo diverso di vivere la Gmg. Stavolta insieme. Chiara, 28 anni, farmacista, aveva già partecipato a Madrid nel 2011 e a Cracovia, nel 2016, era tra i volontari di Casa Italia. Giorgia, che oggi si sta specializzando in Scienze dello spettacolo e produzione multimediale all’Università di Padova, in Polonia era tra i pellegrini.

“Entrambe avevamo raccontato la stessa storia, da due punti di vista differenti. Mamma e papà erano affascinati, ma non potevano cogliere ogni sfumatura. Ora invece tutti possiamo vedere le stesse cose e questo è molto bello”, dice Chiara. “Durante la giornata, nei frammenti di tempo, riusciamo a scambiarci idee e parole, ma soprattutto tanti sguardi. Ci capiamo al volo e poi le vediamo all’opera: questo ci basta”, sorride Mimma, casalinga, da sempre impegnata, con il marito, nel volontariato in parrocchia e in altre realtà associative.

“Ci hanno chiesto una mano e noi abbiamo detto subito ‘sì’”, confida papà Osvaldo, geometra. “La proposta ci è arrivata da don Michele Falabretti (responsabile del Servizio per la pastorale giovanile della Cei, ndr) che abbiamo conosciuto in Basilicata in occasione della formazione per gli oratori estivi. Il suo invito ci ha entusiasmato e abbiamo deciso di dare il nostro contributo”, dicono i coniugi, intenti a “preparare i pasti per dare benzina agli animatori di Casa Italia”.

Nel quartier generale tricolore, ognuno pensa ai propri compiti, ma poi ci si ritrova sempre, come a casa.

Essere a Lisbona, per i Cozzi è poi una sorta di ricongiungimento familiare: “Non ci vedevamo da Pasqua”, dice Giorgia. Così, tra le informazioni ai ragazzi italiani e il via vai tra pentole e piatti, c’è tempo anche per scherzare e per raccomandare a Chiara di non essere “troppo rigida”.

“Ho molta fiducia nella vita, sono partita con l’entusiasmo che si prova per ciò che inizia”, sorride Giorgia che percepisce già le differenze tra l’esperienza passata e quella di animatrice: “Da pellegrina vivi il sole che scotta la testa, la camminata ininterrotta, l’acquazzone, il dormire per terra, e il cambiare alloggio, ovvero i disagi e la bellezza di fare la Gmg. Ora invece sono i giovani a portarti la Gmg a Casa Italia e così la vivi ascoltandola”.

“È tutto ‘inaspettato’, proprio come lo slogan di Casa Italia. Non mi aspettavo infatti di vivere tutto ciò con loro e ogni giorno scopro qualcosa di nuovo”, confida Chiara.

Giorgia, per riassumere questa avventura, usa la parola “seme”. Mimma “stupore” e Osvaldo “ospitare”. Parole che racchiudono il senso della missione dei Cozzi a Casa Italia.

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