Auguri da tutto il mondo stanno giungendo in queste ore a papa Benedetto XVI che sabato compie 84 anni. Autorità politiche e religiose, uomini di cultura e semplici fedeli stanno esprimendo la loro stima e il loro affetto al pontefice che oggi svolge una normale giornata di lavoro: alle 11 ha ricevuto il nuovo ambasciatore di Spagna presso la Santa Sede, Maria Jesùs F. Lopez-Palop, per la presentazione delle Lettere credenziali. Ricevuti in mattinata anche il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi, e il cardinale Ivan Dias, prefetto della Congregazione perl'Evangelizzazione dei Popoli, che il 14 aprile scorso ha compiuto 75 anni.Alla Radio Vaticana, il portavoce vaticano p. Federico Lombardi, descrive quella di papa Ratzinger come una "lunga vita impegnata nel servizio del Signore e della Sua Chiesa, con dedizione totale e infaticabile". L'auspicio è che la sua "testimonianza di fede, continui a illuminare e confortare le nostre menti e i nostri cuori".Auguri anche dalle massime autorità dello Stato italiano.
COMPLEANNO E ANNIVERSARIO PONTIFICATO«Sono nato il 16 aprile 1927, Sabato Santo, a Marktl sull’Inn. Fui battezzato il mattino successivo alla mia nascita, con l’acqua benedetta della 'notte pasquale', che allora veniva celebrata al mattino: l’essere il primo battezzato della nuova acqua era un importante segno premonitore». Così, nelle prime pagine della sua autobiografia, scrive di se stesso Joseph Ratzinger. Quando il libro uscì, alla fine degli anni ’90, l’allora cardinale prefetto della Congregazione della dottrina della Fede non avrebbe certamente immaginato che un giorno non troppo lontano a quel racconto si sarebbe aggiunto il capitolo dell’elezione a Pontefice avvenuta il 19 aprile 2005. In pratica tre giorni dopo il suo 78° genetliaco, quasi un 'regalo' di compleanno, tanto prevedibile per gli osservatori esterni del Conclave (nel quale il porporato bavarese era già 'entrato Papa'), quanto inatteso per lui stesso, che dopo gli anni trascorsi al fianco di Giovanni Paolo II già pregustava un futuro da tranquillo studioso dell’amata teologia e si era preparato in Baviera una graziosa villetta in cui vivere e lavorare. Oggi il Papa compie 84 anni, riceve messaggi di auguri da tutto il mondo (tra gli altri quelli della Regina Elisabetta e de L’Osservatore Romano) e fra tre giorni si completerà il suo sesto anno di pontificato. Così il «segno premonitore » appare ancora più significativo. Infatti, quel 19 aprile quando nella Cappella Sistina venne superato il quorum, Joseph Ratzinger rispose affermativamente al «seguimi» che attraverso il voto dei cardinali il Signore ora rivolgeva a lui. Egli stesso, del resto, di quella parola aveva fatto pochi giorni prima il filo conduttore della bellissima omelia con cui al funerale di papa Wojtyla ne aveva ripercorso la vita. Come avrebbe potuto rifiutare? In prima persona, del resto, aveva più volte ascoltato quel «seguimi» nella sua vita e sempre aveva risposto sì. Ad esempio a Pasqua del 1939 quando appena dodicenne era entrato in Seminario (alla vigilia della seconda Guerra mondiale e in un contesto socialmente pesante, poiché i nazisti non perdevano occasione per manifestare la loro ostilità contro i cattolici: lui stesso vide come i nazisti una volta colpirono il parroco prima della celebrazione della Messa). O il 29 giugno 1951, quando fu ordinato sacerdote, dopo gli studi di filosofia e teologia nella Scuola superiore di filosofia e di teologia di Frisinga e nell’università di Monaco di Baviera. Proprio per seguire la sua vocazione teologica, il giovane sacerdote continuò gli studi e nel 1953 divenne dottore in teologia con la tesi «Popolo e casa di Dio nella dottrina della Chiesa di sant’Agostino». Quattro anni dopo ottenne l’abilitazione all’insegnamento con una dissertazione su «La teologia della storia di san Bonaventura». Con questi titoli accademici il professor Ratzinger insegnò a Frisinga, quindi a Bonn dal 1959 al 1963; a Münster dal 1963 al 1966 e a Tubinga, dal 1966 al 1969. In quest’ultimo anno divenne cattedratico all’Università di Ratisbona, dove fu anche vicepresidente. Intanto, dal 1962 al 1965 aveva dato un notevole contributo al Concilio Vaticano II come «esperto» (assistette, infatti, il cardinale Joseph Frings, arcivescovo di Colonia). La nomina ad arcivescovo di Monaco e Frisinga è del 1977 ad opera di Paolo VI, che lo creò anche cardinale, sempre nello stesso anno. Sarà poi Giovanni Paolo II a chiamarlo alla guida dell’ex Sant’Uffizio il 25 novembre del 1981. Da allora, come scrive lo stesso Papa nella sua autobiografia (il riferimento è al suo stemma e alla leggenda dell’orso di san Corbiniano), «ho portato il mio bagaglio a Roma e ormai da diversi anni cammino con il mio carico per le strade della Città Eterna». Fino al 19 aprile 2005, infatti, non era raro vederlo attraversare piazza San Pietro con la talare nera, come un semplice prete. Da quel giorno gli itinerari lo portano spesso anche fuori Roma e in tutto il mondo. E il colore della veste è diventato bianco.