I funerali in San Pietro (Ansa)
Un «maestro di teologia morale che ha contribuito alla formulazione e alla diffusione del magistero morale del papa san Giovanni Paolo II». Così il cardinale Tarcisio Bertone ha ricordato oggi cardinale Paolo Sardi, morto al Policlinico Gemelli di Roma sabato scorso all’età di 84 anni dopo una breve malattia. Il segretario di Stato emerito ha celebrato in mattinata le esequie nella Basilica di san Pietro e al termine della Messa il Papa si è unito ai celebranti per il rito dell’ultima commendatio e della valedictio.
Un cardinale, Sardi, ha scritto Francesco in un telegramma di cordoglio inviato ai familiari, «che ha posto al servizio della Santa Sede la maggior parte della sua vita: il suo animo sacerdotale, la sua preparazione teologica, le sue doti di ingegno e di sapienza applicate al lavoro assiduo e discreto». «La mia preghiera – ha aggiunto Bergoglio – si associa a quella dei numerosi fedeli che quotidianamente si accostavano all’altare della Basilica vaticana dove egli celebrava la Messa. Fedele al suo motto episcopale esto vigilans, è stato servo buono e vigilante».
Sardi era nato nato il 1° settembre 1934 a Ricaldone, provincia di Alessandria e diocesi di Acqui, da un padre contadino e una madre maestra elementare. Una famiglia semplice e dalla fede robusta: un fratello della nonna paterna era sacerdote e sacerdote era pure un fratello della madre. Entrato nel Seminario di Acqui, era stato mandato a Roma per gli studi teologici, alla Pontificia Università Gregoriana. Ordinato sacerdote nel 1958, su richiesta del vescovo aveva continuato gli studi conseguendo una laurea in Diritto canonico sempre alla Gregoriana nel 1963 e poi una in Giurisprudenza, nel 1968, all’Università Cattolica di Milano. Nel mentre si era dedicato anche all’insegnamento di Teologia morale, prima al Seminario di Acqui poi alla Facoltà teologica di Torino.
Frutto di quell’impegno era stata la pubblicazione nel 1975 per l’editore Paideia del libro L’aborto ieri e oggi, sulla storia del pensiero cattolico in materia. Un volume fondamentale, ha detto Bertone, «soprattutto nel contesto dell’accesa discussione di quegli anni nella società italiana». L’anno successivo Sardi era stato chiamato a prestare il suo servizio presso la Segreteria di Stato dall’allora sostituto monsignor Giovanni Benelli. In segreteria di Stato era restato negli anni successivi, ricoprendo crescenti responsabilità presso la sezione Affari Generali.
In particolare aveva coordinato l’ufficio che collabora con il Pontefice nella stesura di testi e discorsi. In questa veste, ha sottolineato Bertone, aveva collaborato anche alla stesura dell’enciclica di Giovanni Paolo II Veritatis splendor del 1993. Enciclica «di perenne attualità e che il cardinale Paolo ha illustrato e spiegato nelle sue numerose comunicazioni ai fedeli, dimostrando che i termini verità, libertà, coscienza, legge si comprendono pienamente solo all’interno dell’orizzonte propriamente cristiano, ossia quando la verità si fa volto in Cristo, la libertà è concepita come dono di Dio, la coscienza diventa quella del Figlio di fronte al Padre, e la legge viene considerata espressione del comandamento nuovo dell’amore». Da ricordare anche l’impegno profuso per un ventennio, sul piano teorico e pratico, a sostegno dell’Istituto scientifico internazionale Paolo VI di ricerca sulla fertilità e l’infertilità umana, presso il Policlinico Gemelli di Roma.
Nel 1996 Sardi era stato ordinato arcivescovo diventando «nunzio apostolico con incarichi speciali». Nel 2004 era stato nominato vice camerlengo e nel 2010, creato cardinale, patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta, incarico matenuto fino al 2014. Nel 2013 aveva partecipato all’ultimo conclave. Particolarmente seguita, come menzionato dal Papa, era la Messa che il cardinale celebrava tutte le mattine in San Pietro, all’altare dove è sepolto papa san Giovanni XXIII. Oggi alle 15.30 sarà celebrata per Sardi la Messa nella Cattedrale di Acqui Terme. Alle 17.30 la celebrazione nella parrocchia di Ricaldone, dove il porporato defunto sarà poi sepolto nella tomba di famiglia.