lunedì 20 maggio 2024
L'incontro in apertura dell'Assemblea generale della Cei. Tra i temi affrontati: i Seminari, le vocazioni, l'accorpamento delle diocesi nella persona del vescovo. «Scelta su cui riflettere»
Un momento dell'incontro tra il Papa e i vescovi italiani

Un momento dell'incontro tra il Papa e i vescovi italiani - Siciliani

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Domande e risposte. Come è ormai consuetudine quando il Papa incontra i vescovi italiani riuniti in assemblea. È successo anche ieri pomeriggio nell’Aula del Sinodo in Vaticano. E tra le risposte più significative di Francesco c’è quella relativa all’accorpamento delle diocesi in persona episcopi. Non una strada tracciata definitivamente. Anzi, dopo queste prime sperimentazioni è bene fermarsi a riflettere.
L’incontro che ha aperto la 79ª assise generale della Cei è durato più di due ore. E ha concentrato l’attenzione su diversi temi: i Seminari, le vocazioni, i giovani, l’attenzione ai sacerdoti , il cammino sinodale, l’evangelizzazione, le migrazioni. Soprattutto però il Papa ha invitato a vivere anche le difficoltà di un cambiamento d’epoca come il nostro senza tristezza, anzi con rinnovata energia, perché - ha sottolineato - il Signore non abbandona la sua Chiesa.
Francesco è giunto nell’Aula del Sinodo, che si trova al piano superiore rispetto all’Aula “Paolo VI”, in anticipo di un quarto d’ora rispetto alle 16. Si è intrattenuto a colloquio con l’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, Matteo Zuppi, quindi ha fatto il suo ingresso nell’Aula, accolto da un caloroso applauso. E cordiale, franco e approfondito è stato anche il dialogo con i vescovi, che gli hanno posto molte domande. Al punto che il Papa è uscito dall’ingresso principale dell’edificio progettato dall’architetto Nervi intorno alle 18.10. Con il simpatico fuori programma del saluto allo staff della ditta di catering che fa servizio in questi giorni di Assemblea, La Locanda dei Girasoli. Molti dei ragazzi impiegati sono infatti diversamente abili e Francesco, seduto sulla sua sedia a rotelle e festosamente circondato da loro, ha scherzato e fatto fotografie per qualche minuto, distribuendo sorrisi e carezze. Quindi ha rivolto un cenno di saluto ai giornalisti presenti sullo spiazzo antistante l’Aula “Paolo VI” ed è tornato a Casa Santa Marta.
«Il Santo Padre - ha riferito monsignor Antonio De Luca, vescovo di Teggiano-Policastro in Campania - ha dimostrato la consueta attenzione e considerazione per la vita della Chiesa in Italia, cogliendone gli aspetti positivi, senza tuttavia tralasciare le criticità e invitandoci a guardare al futuro con speranza». In particolare, sottolinea il presule, «ha chiesto di dare impulso al cammino sinodale, affinché sia assunto come paradigmatico dalle diocesi e dalle parrocchie».
E a proposito di diocesi, diverse domande hanno riguardato la questione degli accorpamenti. Come riferisce monsignor Mario Toso, vescovo di Faenza-Modigliana, «le recenti visite ad limina hanno fornito al Papa informazioni che, come ci ha detto egli stesso nel rispondere alle domande, non gli erano ben presenti in precedenza. Le difficoltà emerse, dunque, inducono ad affrontare la questione con un surplus di riflessione, per cui non è detto che questa debba essere la via da perseguire anche in futuro».
Certamente invece bisognerà prestare attenzione ai Seminari. Laddove i seminaristi sono troppo pochi si potrebbe pensare a strutture di livello regionale o per lo meno interdiocesano. Una soluzione che il Papa ha sempre raccomandato e che tornato a caldeggiare ieri pomeriggio. Più in generale la cura delle vocazioni e l’accompagnamento dei sacerdoti, «che hanno bisogno di incoraggiamento», sono due dei temi maggiormente toccati nel corso dello scambio con i vescovi. Sia monsignor De Luca che monsignor Toso riferiscono che il Papa ha molto sottolineato questi due aspetti. Ma il calo delle vocazioni e del numero dei preti non deve essere vissuto in maniera catastrofica. Il vescovo di Faenza-Modigliana a tal proposito ricorda: «Ci ha invitato ad affrontare questo momento di difficoltà con entusiasmo, perché il Signore cammina con noi e ci permette di guardare i problemi con uno spirito nuovo».
Analoga attenzione papa Francesco ha chiesto per i giovani, in mezzo ai quali si stanno diffondendo stili di vita che niente hanno a che fare con il Vangelo e che spesso sono costretti a lasciare la loro terra in cerca di un lavoro, con conseguente spopolamento specie delle aree interne del Paese; e per i migranti, l'accoglienza dei quali è vista dal Pontefice come un «dovere di fede».
Francesco, apparso sorridente e sereno, nonostante i numerosi impegni degli ultimi due giorni (visita a Verona sabato e celebrazione della Pentecoste domenica) ha anche donato a ciascun vescovo una copia del libro "Santi, non mondani" (Lev), che raccoglie alcuni suoi interventi sul tema della mondanità spirituale, da sempre indicata dal Pontefice come uno dei pericoli maggiori per sacerdoti e vescovi.

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