Un altro anno scolastico al cardiopalmo per la scuola paritaria. E un coro unanime dall’associazionismo del settore: «Così non si può andare avanti». Tagli ai finanziamenti, faticosi recuperi di fondi, precarietà nell’erogazione degli stanziamenti continuano a costellare la vita di questo segmento del sistema scolastico pubblico, che si presenta all’avvio delle lezioni, ancora una volta con il fiatone. E non per colpa propria. «Mi verrebbe da dire – commenta don Francesco Macrì presidente nazionale della Fidae, la federazione che riunisce le scuole cattoliche dalle elementari alle superiori – che siamo in una fase addirittura di regressione». E l’elenco dei passi indietro, stilato da don Macrì, è decisamente lungo. «Uno scenario che non ci lascia affatto tranquilli – dice il presidente nazionale della Fidae – e che rende davvero difficile per molte scuole la possibilità di proseguire nel proprio impegno educativo». In parole povere, diverse scuole paritarie, di ogni ordine e grado, sono sull’orlo della chiusura. «Le traversie sui finanziamenti – prosegue don Macrì – hanno costretto quasi tutte le scuole a fare debiti per pagare doverosamente gli insegnanti e affrontare le spese correnti, ma ora i bilanci sono diventati difficili da gestire».
Ne sanno qualcosa alla Federazione scuole materne di ispirazione cristiana (Fism) che con 8mila realtà è presente in oltre 4200 Comuni. «Venerdì con i presidenti regionali faremo una fotografia della situazione – annuncia il segretario nazionale Luigi Morgano –, ma sappiamo che diverse realtà sono in forte sofferenza, per i debiti che hanno dovuto contrarre». E parliamo di realtà parrocchiali che «sono davvero in affanno e non possono scaricare i costi soltanto sulle famiglie». Una situazione difficile, che comunque non ferma l’attività di formazione e aggiornamento del personale docente delle materne Fism, perché, sottolinea Morgano, «per noi è importante continuare a puntare sulla qualità del servizio educativo».
Preoccupazione condivisa anche da Vincenzo Silvano, presidente nazionale della Cdo Opere educative-Foe. «Preoccupati per le difficoltà che continuiamo a vivere – commenta –, ma anche per lo scenario che l’attuale crisi economica dipinge. Nella Finanziaria 2012 al capitolo di spesa per la scuola paritaria sono assegnati soltanto 280 milioni di euro contro i 539 del bilancio 2010. E recuperare la differenza, già difficile in passato, lo sembra ancora di più in una congiuntura economica attuale». E se davvero ci si fermasse a soltanto 280 milioni (a fronte di un risparmio per lo Stato di 6 miliardi di euro con la presenza della scuola paritaria. come dimostra una indagine condotta dall’Agesc) «per molte scuole significherebbe la chiusura».
Dal ministero di viale Trastevere fanno sapere che stanno «valutando la questione fondi e che la prossima riunione del gruppo sulla parità presso il ministero, prevista per martedì 20 settembre, sarà l’occasione per affrontare anche questo capitolo».
Del resto la chiusura delle scuole è una prospettiva che preoccupa non poco le famiglie che hanno scelto di iscrivere i propri figli alla scuola paritaria. «Credo che occorra fare un salto di qualità su questo tema – dice Maria Grazia Colombo, presidente nazionale dell’Associazione nazionale genitori scuole cattoliche (Agesc) –. Siamo attentissimi al problema dei finanziamenti, ma è necessario che l’opinione pubblica prenda coscienza del patrimonio che la scuola paritaria rappresenta per tutti. Il tema della libertà d’educazione e di scelta delle famiglie in campo educativo è un "bene sociale" e come tale deve essere "un tema" di cui l’intera società deve farsi carico». E proprio «La libertà di educazione quale bene sociale» è il titolo della riunione che il Consiglio nazionale dell’Agesc terrà a metà ottobre a Reggio Calabria a un anno dalla celebrazione delle Settimane sociali dei cattolici. «Dobbiamo far capire quanto è in gioco per tutti – prosegue la presidente Colombo –, evitando contrapposizioni e facendo comprendere che davvero è un bene di tutti». Compito arduo, ma non impossibile. Di certo la scuola paritaria non ha alcuna intenzione di arrendersi. Anche se le condizioni diventano sempre più complesse da affrontare.