giovedì 22 giugno 2023
Riconosciuta l’uccisione in odium fidei di dieci sacerdoti e dieci laici nella guerra civile spagnola. Saranno presto beati. Dichiarati 5 nuovi venerabili, tra cui la veggente di Fatima e due italiani
Suor Lucia e il sangue dei martiri
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L’albo della santità della Chiesa si arricchisce di venti nuovi martiri, che saranno presto beatificati, e di cinque nuovi venerabili. Ieri l’annuncio dell’autorizzazione data dal Papa al cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle cause dei santi, per promulgare i relativi decreti. Tra i nomi interessati spicca quello di suor Lúcia dos Santos, la veggente di Fatima, di cui vengono riconosciute le virtù eroiche e che diventa quindi venerabile. Ne diamo conto in dettaglio qui. L’onore degli altari spetta invece a nomi sconosciuti ai più: dieci sacerdoti e dieci laici, tutti originari dell’arcidiocesi di Siviglia, uccisi in odium fidei durante la guerra civile spagnola, tra il luglio e l’agosto del 1936, nei mesi dell’esplosione della persecuzione anticattolica. Il primo fra i venti è padre Manuel González-Serna Rodríguez, nato a Siviglia nel 1880, ordinato sacerdote 1902 e nel 1911 nominato parroco di Constantina, piccolo paese dell’Andalusia che fu teatro di violenze particolarmente efferate. Arrestato nella notte del 19 luglio 1936, il 23 luglio González-Serna fu condotto nella chiesa parrocchiale e ucciso in sacrestia. Fra i venti ci sono anche due fratelli: Salvador Lobato Pérez, amministratore della parrocchia di El Saucejo, nella provincia di Siviglia, e Rafael Lobato Pérez, laico. I due vennero portati fuori dal paese e assassinati il 21 agosto 1936. Mariano Caballero Rubio, un altro del gruppo dei martiri, nato nel 1895, viceparroco a Huelva, assistette all’incendio della chiesa parrocchiale il 21 luglio 1936. Trovò rifugio presso una famiglia a Punta Umbría, ma fu individuato, arrestato e condotto in carcere. Gli spararono alla schiena durante il trasferimento in prigione e morì di emorragia in ospedale il 23 luglio 1936.

Dei servi di Dio di cui sono state riconosciute le virtù eroiche e ora sono venerabili, due sono italiani. Padre Antonio Pagani (al secolo Marco) nato nel 1526 a Venezia, fu una personalità insigne della Chiesa del ’500. Dopo gli studi di giurisprudenza all’Università di Padova, entrò prima fra i Barnabiti, poi fra i Frati Minori Osservanti. Partecipò come teologo al Concilio di Trento e nel 1579 fondò l'istituto delle Suore Dimesse Figlie di Maria Immacolata, per l’evangelizzazione negli ospedali e l’insegnamento della dottrina cristiana nelle parrocchie. Visse la parte finale della vita da eremita e morì nel 1589. Suor Anna Cantalupo (al secolo Pia) nata a Napoli nel 1888, a 20 anni entrò fra le Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli. Studiò a Parigi, svolse il suo apostolato prima a Napoli, poi a Catania. La sua vita da religiosa non fu segnata da eventi eclatanti, ma da un’operosità che emanava un profumo di santità. «La sua fede traspare anche dai suoi scritti – ricorda una sintesi biografica del Dicastero delle cause dei santi – dotata di forte personalità, non si scoraggiava davanti alle difficoltà, affidandosi alla preghiera. In comunità era molto amata. Prontezza, creatività e allegria caratterizzavano la sua carità». Inoltre «i suoi modi di trasmettere la fede, come la diffusione della medaglia miracolosa, lasciarono profonde tracce tra la gente». Morì a Catania nel 1983.

Gli altri due venerabili vengono dal continente americano. Antônio de Almeida Lustosa, nato nel 1886 in Brasile (a São João del Rei, nel Minas Gerais) fu salesiano e vescovo prima di Uberaba, poi di Corumbá, quindi di Belém do Pará e infine di Fortaleza. Diede vita alla famiglia religiosa delle Suore Josefinas. Uomo di preghiera e personalità eclettica, ha lasciato scritti di teologia, di spiritualità ma anche di geologia e botanica. Amante dell’arte, realizzò due vetrate della cattedrale di Fortaleza. Morì nel 1974. Mary Lange (al secolo Elisabeth), afroamericana, nata a Cuba nel 1794 da una famiglia dotata di mezzi economici, si trasferì presto negli Stati Uniti, prima a Charleston e poi a Baltimora. Donna di profonda fede, decise di consacrarsi a Dio e alla cura pastorale della comunità afroamericana fondando le Suore Oblate della Divina Provvidenza. Morì nel 1882.

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