giovedì 15 maggio 2014
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Per la prima volta da circa un decennio nel 2013 le Offerte per il sostentamento dei sacerdoti dio­cesani sono tornate a crescere. Il bilancio defini­tivo dell’anno passato mostra la ripresa a partire dall’aumento del 3,7% di donatori. «Tuttavia a mo­tivo del comprensibile ridimensionamento del-­l’offerta media, passata da 104 a 95 euro in tem­pi di recessione, la raccolta resta in terreno nega­tivo rispetto al 2012 – spiega Bianca Casieri, ad­detta a questa raccolta fondi presso il Servizio promozione Cei –, il fatto che nonostante la re­cessione i donatori siano cresciuti sta ad indica­re la stima verso l’opera dei sacerdoti oggi in Ita­lia, primo riferimento per chi sperimenta emer­genze materiali o cerca sostegno spirituale». Sono stati raccolti 11,2 milioni di euro attraverso 117.272 donazioni. La perdita di quasi un milione di euro l’anno che ormai da tempo caratterizzava l’andamento delle Offerte, è stata stavolta più che dimezzata. Al pari del più noto 8xmille, questa forma di sostegno economico alla Chiesa, espressamente destinata alla remunerazione dei sacerdoti, è di origine concordataria. Ma rispetto alla firma, che non costa nulla, comporta un esborso economico, espressione di vicinanza alla missione della Chiesa. I donatori nel 2013 hanno donato per il 75% via conto corrente postale, il 14,8% con bonifico bancario, il 7,3% con versamenti diretti agli Istituti diocesani sostentamento clero e l’1,4% con carta di credito. La rivista Sovvenire veicola oltre l’80% delle donazioni, con un aumento nell’ultimo anno del 6,5%.

          

La crisi non ferma la solidarietà. Ci sono l’aumento dei donatori per il sostenta­mento dei sacerdoti nel 2013, in con­trotendenza con ogni previsione in periodo di severa recessione, e il consolidamento della partecipazione all’8xmille, al centro dei lavori del Convegno nazionale degli incaricati dio­cesani per il sovvenire, che si conclude oggi a Bari. Una tre giorni nel segno dei risultati rag­giunti (80% di firme espresse a favore della Chiesa cattolica e crescita del +3,7% della par­tecipazione alle offerte deducibili), oltre che della riflessione su trasparenza e sobrietà di vi­ta come condizioni essenziali di credibilità ai fini della raccolta, in una Chiesa dove i poveri sono destinatari preferenziali dell’annuncio. In apertura dei lavori Donato Negro, arcive­scovo di Otranto e presidente del Comitato per la promozione del sostegno economico alla Chiesa, ha ripercorso la visione di una Chiesa povera e solidale dagli Atti degli Apostoli al Con­cilio Vaticano II, fino al forte impulso impres­so da papa Francesco. «Alla solidarietà si edu­ca, introducendo a prassi solidali, realizzando vissuti di fraternità, mostrando la gioia della comunione – ha evidenziato monsignor Negro, che al tema ha dedicato anche un breve sag­gio «Educare alla solidarietà», appena pubbli­cato nella collana «I Quaderni del sovvenire» edita dalla Cei –. Tanto più saremo capaci di fa­re come il Buon Samaritano, icona della nostra identità cristiana, quanto più ci saremo senti­ti amati e avremo accolto, con amorosa grati­tudine, l’amore ricevuto». «Poiché siamo stati consolati, possiamo consolare – è stata la ri­flessione di Marcello Semeraro, vescovo di Al­bano, intervenuto nella seconda giornata di la­vori, evidenziando il richiamo dell’ Evangelii gaudium –. Se andiamo verso i poveri, che so­no 'carne di Cristo' comprendiamo che cosa significa seguire il Signore, che si è fatto pove­ro e sofferente». «L’aumento della partecipazione a 8xmille e Offerte è il risultato dell’impegno messo da tut­ti noi nella formazione ai valori del sovvenire, la partecipazione corresponsabile alla missio­ne della Chiesa – ha evidenziato Matteo Cala­bresi, responsabile del Servizio di promozione Cei per il sostegno economico alla Chiesa –. Il nostro impegno proseguirà con le campagne nazionali e la formazione sul territorio, per cui sono grato ai nostri incaricati diocesani e par­rocchiali, ma possiamo affrontare il futuro con moderato ottimismo». Nell’anno appena trascorso grazie all’8xmille è stato possibile destinare 420,6 milioni di eu­ro al culto e alla pastorale, 382 milioni al so­stentamento del clero, 240 a progetti caritati­vi in Italia e nei Paesi in via di sviluppo. «L’8xmille è anche un indice di stima verso la Chiesa cattolica, che va ben oltre l’ambito di chi frequenta –spiega Paolo Cortellessa del Centro studi del Servizio promozione Cei –. Il 30% de­gli oltre 15 milioni di contribuenti che a essa destinano l’8xmille del gettito Irpef, infatti, non è praticante e si tratta di una percentuale in crescita». 

«La crisi ha contribuito ad accentuare tra i cit­tadini il giudizio severo sulle grandi istituzio­ni ma ha anche innescato maggior consape­volezza sul valore della condivisione, su un’e­conomia dell’essere dopo le derive della spe­culazione finanziaria», ha evidenziato duran­te la tavola rotonda Remo Lucchi, presidente di Gfk Eurisko. Anche così è cresciuta, pure ol­tre l’ambito dei fedeli, la consapevolezza – per dirla con papa Francesco – che 'la condivisio­ne non è carità, ma giustizia'».

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