Come entrare in una logica del dono, in una dinamica di gratuità, se l’Italia è spezzata dalla crisi e dalle diseguaglianze, con le famiglie in emergenza economica, mentre esempi di corruzione e logiche autoreferenziali degradano la vita politica? È entrato nel vivo il Convegno nazionale degli incaricati diocesani del Sovvenire, aperto ieri ad Assisi dove si concluderà domani. In cima all’agenda del Servizio promozione Cei e dei 230 volontari, che nelle diocesi sensibilizzano i fedeli alla firma 8xmille e alle offerte per il sostentamento dei sacerdoti, le condizioni per far crescere oggi una cultura della condivisione evangelica. Il primo passo è nelle parole del segretario generale della Cei,
Nunzio Galantino. Assente per un’influenza monsignor Galantino ha consegnato comunque ai delegati un lungo intervento. «In un tempo di crisi che spinge a ripiegarsi su di sé, in cui viene a mancare lo sguardo sulle necessità degli altri, sugli orizzonti della carità, in tempi di 'impietrimento' mentale e spirituale per dirla con papa Francesco, i cristiani non rallentano il cammino. Con il mutuo aiuto economico promuovono una cultura diversa. Il reperimento delle risorse economiche, ci ricorda il Papa nell’
Evangelii gaudium, realizza la missione di prendersi cura di tutti, specie se deboli. Per questo vi sono grato a nome della Chiesa italiana per la sensibilizzazione nelle nostre comunità a quest’opera di condivisione e carità, sulla quale saremo giudicati». Nel suo intervento il segretario Cei ha ricordato anche «quanto certe donazioni siano tutt’altro che disinteressate» e «come sia importante non aver paura nell’esserne distaccati». Poi ha evidenziato che «solo uno stolto, o qualcuno comunque in malafede, potrebbe interpretare il servizio» del Sovvenire come in contraddizione con l’invito di Francesco a essere Chiesa povera. E riferendosi alle attività caritative Galantino ha spiegato che «la Chiesa su questo fronte non deve ricevere lezioni da nessuno». Ha aperto i lavori il presidente del Comitato Cei per il sostegno economico alla Chiesa e arcivescovo di Otranto, Donato Negro. «In una società fondata sull’interesse e il mercato, il dono appare illogico – ha scandito – ma la sua è illogicità gioiosa ed evangelica. Con la grazia entriamo nella dinamica dello Spirito e dei suoi doni, dei quali il più grande è la carità».
Matteo Calabresi,
responsabile del Servizio promozione Cei, ha tracciato le priorità dell’azione. «La condivisione è pilastro della vita ecclesiale. Nessuno dovrebbe dire: 'Non mi riguarda'. Il Sovvenire siamo tutti noi, non solo gli addetti ai lavori ma il popolo di Dio che sostiene la sua Chiesa. Con trasparenza dobbiamo far toccare con mano le opere perché ancora tanti non sanno quanto bene viene realizzato con l’8xmille e le offerte: sia online con la Mappa 8xmille degli interventi (
www.chiediloaloro.it), sia con la formazione affidata a incaricati e sacerdoti». «La logica del dono genera condivisione, fiducia e testimonianza – ha chiarito
Paolo Cortellessa del Centro studi e ricerche del Servizio promozione Cei –. È atto di giustizia e modello di crescita sostenibile, attento ai nuovi poveri, promotore di un welfare che rimette al centro dell’economia la dignità dell’uomo». Ad esempio con i poliambulatori diocesani sostenuti dalle firme, come mense o empori Caritas per la spese delle famiglie in difficoltà. Attraverso le offerte e l’8xmille, «vera innovazione di democrazia fiscale, possiamo destinare una quota del gettito per ciò che riteniamo più importante».