venerdì 9 giugno 2017
Il segretario generale della Cei al Convegno nazionale dei Centri missionari diocesani Beschi: snodo e sorgente della missionarietà locale
Galantino: soltanto una Chiesa in uscita genera missionari
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Ripartono dal Convegno ecclesiale nazionale di Firenze del novembre 2015, i 220 partecipanti arrivati a Sacrofano (Roma) da ogni diocesi d’Italia e chiamati a raccolta per elaborare una progettualità missionaria alla luce dell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium. I direttori e i collaboratori dei Centri missionari diocesani (Cmd) sono riuniti da ieri alla Fraterna Domus di Sacrofano su convocazione della Fondazione Missio, dell’Ufficio nazionale per la cooperazione missionaria tra le Chiese della Cei, della Fondazione Cum. Il Convegno – il cui titolo riprende l’invito di papa Francesco “Sognate anche voi questa Chiesa” – è stato aperto da monsignor Francesco Beschi, presidente di Missio e della Commissione episcopale Cei per l’evangelizzazione dei popoli e la Cooperazione tra le Chiese.

Ai partecipanti il vescovo di Bergamo ha ricordato come i Cmd siano «uno snodo ma al tempo stesso una sorgente della missionarietà della Chiesa locale e italiana» sottolineando che la loro vocazione è quella di «diventare il grembo dentro il quale tutti i diversi soggetti missionari possano riconoscersi, supportarsi e alimentare la ricchezza della missione». Nel vivo dei contenuti dell’azione missionaria è entrato monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, con il suo intervento dal titolo “Le vie del Convegno di Firenze per un rinnovato impulso missionario delle Chiese locali che sono in Italia”. Con forza ha ribadito l’importanza «di mantenere l’annuncio evangelico - e quindi la missione - al centro della vita ecclesiale».

Pur riconoscendo che «non di rado è stata persa la freschezza e l’entusiasmo della missione dando quasi per scontato che, automaticamente, dal nostro operare scaturisse un’efficace testimonianza evangelica», monsignor Galantino ha esortato a non perdere la passione per la missione della Chiesa. «Per un rinnovato impulso missionario e per uscire dalla malattia mortale della ripetitività» nelle mani della Chiesa – ha ricordato il segretario generale della Cei – è stato messo lo strumento della Evangelii gaudium «sintetizzato nelle cinque “vie” poste al centro del Convegno di Firenze»: uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare.

È proprio sull’uscire che monsignor Galantino ha insistito: solo una Chiesa “in uscita”, cioè non ripiegata su se stessa né impegnata ad autopreservarsi, può generare missionari; una Chiesa, ma anche un Cmd, che non si mette mai in discussione, non abbandona «strutture irrigidite, comportamenti distonici, facili sicurezze, paure paralizzanti » non riuscirà a «far entrare a pieno titolo nella pastorale ordinaria l’animazione e la formazione ad gentes ». «Dobbiamo preferire – ha concluso il segretario generale della Cei, citando il Messaggio di papa Francesco per la Giornata missionaria mondiale 2017 – una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze».

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