San Giovanni Paolo II a cui è dedicata la fattoria che ospita i senza dimora in Slovacchia
Una cascina laboratorio di lavoro e preghiera
Una piccola fattoria nel cuore della Slovacchia dedicata a san Giovanni Paolo II ha aperto le porte nei giorni scorsi ai senzatetto nella diocesi slovacca di Banská Bystrica. Si tratta di un progetto, lanciato e gestito dalla ong cattolica “Il buon pastore” ed è rivolto ai bisognosi. L’iniziativa è sorta soprattutto per offrire ma anche garantire non solo l’occasione per consentire ai suoi ospiti di lasciare alle spalle antiche e disperate condizioni di vita. Una struttura sorta dunque per dare un’opportunità concreta di un futuro di speranza ma anche di ripartenza per questi senza fissa dimora. Tra le finalità messe in cantiere da questa casa colonica vi sarà anche quella di aiutare i suoi ospiti ad approfondire la propria fede in Dio. «L’obiettivo del servizio — ha spiegato padre Martin Dado, direttore dell’arcivescovado di Bratislava — è di offrire loro una terapia in due modi: tramite il lavoro e la preghiera».
Il 12% degli slovacchi sono a rischio povertà
La fattoria di Bzovik offre un alloggio e un’opportunità di lavoro a quaranta senzatetto e i promotori del progetto sperano di garantire a queste persone una nuova condizione spirituale ed esistenziale. In Slovacchia, un’indagine sui redditi delle famiglie e sulle condizioni di vita pubblicata recentemente dall’Ufficio di statistica, conferma che nel 2015 640.000 persone, che rappresentano circa il 12,3 per cento della popolazione, erano a rischio povertà.
Il vescovo di Banskà Bystrica, Chovanec ha benedetto la casa colonica
Nei giorni scorsi il vescovo di Banská Bystrica, monsignor Marián Chovanec, ha benedetto la sede della fattoria, nella quale, all’interno dell’altare della nuova cappella dedicata a san Francesco d’Assisi, sono conservate alcune reliquie di san Giovanni Paolo II. Secondo monsignor Chovanec questo progetto incentrato sull’agricoltura ha grande significato spirituale e valore simbolico: «La Chiesa cattolica, attraverso l’aiuto disinteressato di sacerdoti e volontari — ha sottolineato — continua a radunare le pecorelle smarrite, persone emarginate in condizioni di estremo bisogno».