Il dibattito generale è quindi proseguito sugli argomenti previsti: si è detta necessaria una maggiore preparazione al matrimonio, affinché esso sia non solo valido, ma anche fruttuoso. Ciò che bisogna trasmettere è una visione del matrimonio non solo come un punto di arrivo, ma come un cammino verso una meta più alta, una strada di crescita personale e in coppia, una fonte di energia. I coniugi vanno accompagnati costantemente nel loro percorso di vita, attraverso una pastorale familiare intensa e vigorosa. Il cammino di preparazione al sacramento matrimoniale, quindi, deve essere lungo, personalizzato ed anche severo, senza timori di veder eventualmente diminuire il numero di nozze celebrate in Chiesa. Altrimenti si correrebbe il rischio di intasare i Tribunali con le cause matrimoniali.
Foto di gruppo all'uscita del Sinodo (Siciliani)
Altro punto evidenziato in Aula è stato quello dell’influenza dei mass-media, a volte invadente, nel presentare ideologie contrarie alla dottrina della Chiesa sulla famiglia ed il matrimonio. In questa ottica, si è detto, i cattolici vanno sì protetti, ma anche preparati meglio: la Chiesa deve offrire il suo insegnamento in maniera più incisiva, presentando la dottrina non come un elenco di divieti, ma facendosi vicina ai fedeli, così come faceva Gesù. In questo modo, agendo con empatia e tenerezza, sarà possibile ridurre il divario tra la dottrina e la prassi, tra gli insegnamenti della Chiesa e la vita quotidiana delle famiglie. Perché ciò che occorre non è una scelta tra la dottrina e la misericordia, ma l’avvio di una pastorale illuminata, per incoraggiare soprattutto le famiglie in difficoltà, che spesso avvertono un senso di non appartenenza alla Chiesa.
E proprio sulle coppie in difficoltà, i divorziati risposati, è tornato a riflettere il dibattito odierno: a loro, si è detto, la Chiesa deve presentare non un giudizio, ma una verità con uno sguardo di comprensione. La "medicina" della misericordia dona accoglienza, cura e sostegno. Anche perché - è stato evidenziato - le famiglie sofferenti non cercano soluzioni pastorali rapide, ma sentono il bisogno di essere ispirate, di sentirsi accolte ed amate. Deve essere lasciato più spazio alla logica sacramentale, piuttosto che a quella giuridica.
Quanto all’accostamento all’Eucaristia da parte dei divorziati risposati, è stato ribadito che tale sacramento non è il sacramento dei perfetti, ma di coloro che sono in cammino.
Come ieri pomeriggio, inoltre, il dibattito si è soffermato sull’esigenza di rinnovare il linguaggio dell’annuncio del Vangelo e della trasmissione della dottrina: la Chiesa deve aprirsi di più al dialogo, deve ascoltare più frequentemente (e non solo in casi eccezionali) le esperienze delle coppie sposate, poiché le loro lotte, i loro fallimenti non possono essere ignorati, anzi: possono essere fondamento di una teologia reale, vera.
Altri punti accennati durante la terza Congregazione generale hanno riguardato l’importanza della catechesi per le famiglie, soprattutto per i bambini, e della preghiera tra le mura domestiche, poiché essa dà luogo a una vera e propria generazione della fede, permettendone la trasmissione dai genitori ai figli. Infine, è stata sottolineata la necessità di una formazione più approfondita per i sacerdoti ed i catechisti.
Il briefing di padre Lombardi (Foto Siciliani)
Il briefing di oggi, tenuto da padre
Federico Lombardi, ha avuto come protagonisti il cardinale Vincent Nichols,
arcivescovo di Westminster, e il cardinale Béchara Pierre Raï, patriarca di
Antiochia, che hanno risposto alle domande dei giornalisti. Una parte dei 32
interventi di stamattina, ha riferito il portavoce vaticano, ha riguardato
“l’attenzione da dare al linguaggio e ai linguaggi che la Chiesa deve usare per
rispondere alle attese e farsi capire, nell’annuncio dell’ordine voluto da Dio
nella Creazione e nel Vangelo della famiglia”. Altra preoccupazione dei padri:
“Il rispetto della gradualità”. “C’è un cammino - ha spiegato padre Lombardi -
rispetto a cui i fedeli cristiani si avvicinano all’ideale della famiglia
cristiana e del matrimonio cristiano”. Sull’indissolubilità del matrimonio, c’è stato un confronto esegetico, a partire
dal Vangelo e dalle lettere di san Paolo: “Non si mette in dubbio che
l’indissolubilità faccia parte del messaggio di Gesù - ha precisato padre
Lombardi - però si vedono già nel Nuovo Testamento elementi di esperienza e di
difficoltà con cui la Chiesa primitiva deve fare i conti per l’applicazione
della volontà di Gesù. Le difficoltà di messa in pratica delle esigenze del
Vangelo accompagnano tutta la storia della Chiesa”. La quarta CongregazioneAlle 16.30 sono ripresi i lavori, con la Quarta congregazione, dedicata a «La famiglia e la vocazione della persona in Cristo». I primi a prendere la parola, dopo una breve presentazione del cardinale Tagle, sono stati i coniugi Jeffrey e Alice Heinzen, americani, della diocesi di La Crosse, nel Wisconsin, impegnati tra l'altro nell'ambito del Natural Family Planning. La coppia ha parlato dell'esempio di fede e di vita matrimoniale appagante offerto dai propri genitori e della scarsità di tali esempi tra i giovani, oggi."Dobbiamo sviluppare metodi creativi per condividere la fondamentale verità che il matrimonio è un dono di Dio, piuttosto che meramente un'istituzione umana".