sabato 23 febbraio 2019
Si concentrano intorno al sangue le ricerche più recenti sulla Sindone di Torino fatte in Colorado, in Usa: ecco quali esiti hanno portato
Nuove indagini sul sangue. Le colature confermano posizione di un crocifisso
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Si concentrano intorno al sangue le ricerche più recenti sulla Sindone di Torino. Sono di questi giorni le notizie di nuovi esperimenti compiuti presso il Centro di ricerche sindoniche del Colorado, i cui risultati dovrebbero essere presentati al convegno dell’Accademia americana di scienze forensi. Al momento si hanno notizie solo parziali sull'esperimento. Un gruppo di volontari di età e corporatura paragonabili a quelle dell’uomo della Sindone si è sottoposto ad una “crocifissione” (in condizioni di sicurezza, senza sofferenze fisiche e ovviamente sotto controllo medico) con l’obiettivo di riprodurre alcune delle posizioni e delle condizioni fisiche riscontrabili sull'immagine sindonica. Il sangue fatto colare dai corpi avrebbe compiuto un percorso che conferma i riscontri con le colature del sangue sull'immagine sindonica custodita a Torino.

Nel contempo proprio il tipo di risultato ottenuto dallo scorrimento escluderebbe una serie di posizioni dei corpi crocifissi, come ipotizzato invece da ricerche precedenti. Il professor Gian Maria Zaccone, direttore del Centro internazionale di studi sulla Sindone di Torino, fa notare che le indagini di questi giorni sarebbero «una ulteriore reazione a quanto pubblicato da Borrini e Garlaschelli l’anno passato sul “Journal of forensic sciences” che, come noto, contestavano il realismo di tali colate a partire da prove sperimentali effettuate su braccia umane. Contro le conclusioni di tale articolo si levarono numerose critiche. In particolare la rivista pubblicò le obiezioni scientifiche di un pool di cattedratici e medici facenti parte del comitato scientifico del Centro internazionale di studi sulla Sindone».

«Oggi si aggiungono – dice ancora Zaccone – le ricerche coordinate da John Jackson, ricercatore “storico” sulla Sindone, già facente parte del gruppo statunitense Sturp che lavorò sulla Sindone nel 1978 portando a compimento la più completa raccolta di dati sulla Sindone sino ad oggi effettuata, anch'egli membro del comitato scientifico del Ciss, in cui sono state ricontrollate le conclusioni di Borrini e Garlaschelli a partire da volontari che si sono prestati a simulare nella sua complessità e completezza la posizione di un crocifisso, giungendo a conclusioni opposte a quelle dei citati autori, e a dimostrare la compatibilità dei rivoli di sangue visibili sulla Sindone con quelli sul corpo di un uomo nella posizione della crocifissione».

Gli attuali esami sul sangue si ricollegano anche ad altri filoni di indagini, sulla natura e formazione dell’immagine sindonica e alla datazione del Telo. Per quanto si tratti di percorsi interessanti di ricerca occorre sempre molta prudenza nel prendere atto dei risultati, rinunciando a saltare a conclusioni che appaiono comunque affrettate sulla “autenticità” della Sindone. Anche perché, come più volte si è fatto rilevare negli ambienti scientifici torinesi, non basta “lanciare” mediaticamente la notizia di certi risultati raggiunti, se poi non si dà seguito, in tempi ragionevoli, con le pubblicazioni scientifiche che permettano di conoscere realmente tutti i dettagli e le modalità degli esperimenti compiuti. Intanto l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, custode pontificio della Sindone, ha nominato i membri della Commissione diocesana per il prossimo quinquennio. Alla presidenza è confermato don Roberto Gottardo, che ha già gestito come presidente della Commissione l’ostensione del 2015 e la venerazione straordinaria per i giovani dell’agosto 2018. Consulente scientifico del Custode è confermato il professor Piero Savarino. Della Commissione fanno parte gli esperti dei vari settori di studi e attività legati alla Sindone (i professori Barberis, Balossino, Zaccone), i responsabili della Confraternita del Sudario e dei settori pastorali diocesani coinvolti nelle attività sulla Sindone. Presidente d’onore è monsignor Giuseppe Ghiberti, che ha guidato l’animazione degli studi e le ostensioni fin dagli anni ’90.

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