martedì 8 settembre 2015
I cattolici ambrosiani approfondiscano «il tema del pensiero e dei sentimenti di Cristo» contro «l'estraneità tra pratica cristiana e quotidiano». Lettera pastorale del cardinale Scola. (Lorenzo Rosoli)
LA SINTESI Educarsi al pensiero di Cristo
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«Sentire con Cristo è la sorgente di una cultura capace di promuovere tutto l'umano, cioè l'uomo nella sua integralità, e tutti gli uomini, senza esclusione alcuna». È un passo della nuova lettera pastorale del cardinale arcivescovo di Milano Angelo Scola per il biennio 2015-2017 «Educarsi al pensiero di Cristo», presentata durante la Messa per la festa di santa Maria Nascente, patrona del Duomo, che ha aperto – come tradizione – l'anno pastorale della Chiesa ambrosiana e ha visto, con la celebrazione del rito di ammissione dei candidati al diaconato e al presbiterato, l'indizione della visita pastorale che si terrà dall'8 settembre 2015 al 31 maggio 2017. «Tenendo conto dell'attuale tempo storico, ritengo urgente che nella nostra diocesi si approfondisca il tema del pensiero e dei sentimenti di Cristo – scrive Scola –. È necessario riscoprire la dimensione culturale della fede, per vincere l'estraneità tra la nostra pratica cristiana e il concreto quotidiano».

La lettera è strutturata in cinque capitoli. Il primo è dedicato agli eventi che chiamano e «provocano» il cammino della Chiesa ambrosiana – dall'Expo 2015 all'Anno Santo della Misericordia, dal Sinodo dei vescovi sulla famiglia al Convegno ecclesiale nazionale di Firenze. Nel secondo capitolo l'arcivescovo spiega come Pietro e i discepoli, «alla scuola di Gesù», hanno imparato e si sono educati al «pensiero di Cristo», tema poi del terzo capitolo. Il quarto: «Educarsi al pensiero di Cristo nella Chiesa ambrosiana».

Qui il cardinale tocca il rapporto misericordia-cultura, parla della riforma della Chiesa (additando alcuni cardini: la famiglia non più oggetto ma soggetto di evangelizzazione; la riforma del presbiterio e della vita consacrata) e indica alcuni «ambiti privilegiati» di questa sfida educativa: la liturgia; la catechesi; le opere di carità e i luoghi della sofferenza (con l'arcivescovo a rilanciare l'invito a una carità generatrice di cultura); le opere educative e culturali; l'impegno sociale e politico nella società plurale.

A segnare l'incipit come la conclusione della lettera il ricordo di un recente viaggio in Libano e in Iraq, e in particolare l'incontro con i cristiani rifugiati a Erbil. Una memoria che illumina il «caso serio» – tale per tutti i cristiani, nella «Chiesa in uscita» – della testimonianza cristiana, da vivere con «coraggio» e «franchezza» fino al martirio – fosse anche il martirio incruento della «offerta quotidiana di sé a Cristo per il bene di ogni fratello uomo». Proprio il cardinale Boutros Bechara Rai, patriarca dei Maroniti, sarà a Milano il 27 ottobre – ha annunciato Scola – per parlare di annuncio nel Medio Oriente, in Libano e a Beirut nell'ambito dell'iniziativa «Evangelizzare la metropoli». Altra iniziativa annunciata dall'arcivescovo, i «Dialoghi di vita buona» che la diocesi organizzerà nell'orizzonte del tema – la riflessione sull'umanità di Gesù quale generatrice di forme di umanesimo incarnate nella storia – al centro del prossimo Convegno ecclesiale di Firenze. Mentre nello scenario delle sfide poste dall’imminente Sinodo dei vescovi sulla famiglia, ecco la recente istituzione da parte della diocesi di Milano dell'Ufficio diocesano per l'accoglienza dei fedeli separati, anch'essa ricordata da Scola nell'omelia in Duomo.

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