Il cardinale John Henry Newman, un profeta dei nostri tempi (Ansa)
«Il cardinale John Henry Newman è sicuramente un profeta dei nostri tempi. E ad affascinare è sicuramente la grande sintonia che ebbe con san Filippo Neri. A unirli sono state virtù come l’umiltà, lo stile di gioia e la grande dimensione mistica delle loro esistenze. Solo attraverso queste chiavi si può comprendere Newman come sacerdote cattolico che scopre attraverso la spiritualità oratoriana il suo amore per Cristo». Sono gli aspetti che padre Mauro De Gioia, postulatore generale della Confederazione dell’Oratorio di san Filippo Neri, intravede oggi nella giorno in cui viene canonizzato in piazza san Pietro il suo confratello Newman.
«Nello stile di vita comune appreso alla scuola della nostra Famiglia religiosa, l’oratorio – è l’argomentazione –, egli ha trovato un approccio congeniale ai suoi gusti anche dal punto di vista pratico, in quanto più simile a quello di un college inglese». E il sacerdote filippino che da anni guida nel centro storico di Genova, tra i caruggi, la comunità dei religiosi oratoriani la cui chiesa è dedicato a san Filippo Neri, legge nell’evento di oggi «un momento di grazia e un dono, come lo ha definito recentemente papa Francesco, per tutta la Chiesa universale». Il motivo? «Questo grande teologo, definito il “padre assente del Vaticano II” per le sue intuizioni ecclesiologiche – afferma padre De Gioia –, ha sempre nutrito una particolare attenzione per la santità quotidiana, quella semplice, dei piccoli gesti».
A colpire padre De Gioia è il miracolo che ha permesso da oggi l’iscrizione nell’albo dei santi di Newman: la guarigione improvvisa, inspiegabile e permanente di una donna statunitense di Chicago incinta che aveva chiesto l’intercessione del beato dopo aver ricevuto dai medici una diagnosi infausta, con pericolo per la vita. «La signora 42enne, già madre di 4 figli, invocando il beato e ripetendo spesso la frase “cardinale Newman pensaci tu” – racconta il religioso – ha portato a termine con successo nel 2013 la sua difficile gravidanza mettendo alla luce una bambina».
E annota un particolare: «A sorprendermi è stato anche un altro aspetto di questa incredibile vicenda dopo il lungo travaglio che aveva costretto la donna a isolarsi nella sua casa per alcune ore rischiando di morire e di perdere la sua bambina che portava in grembo è tornata in cucina e ha trovato gli altri suoi figli, ancora molto piccoli, che erano rimasti seduti al loro posto tranquilli, senza farsi male, o subire incidenti domestici. Per questo ho pensato, tra me e me, che il cardinale oltre ad aver protetto e custodito la vita nascente aveva anche vegliato e vigilato nello stesso tempo sulla salute del resto della famiglia. E ho compreso ancora di più i sentimenti di gratitudine di questa mamma che ha esclamato anche per l’ultimo dono inaspettato arrivato dal cielo: “Grazie cardinal Newman”». Prosegue padre De Gioia nel suo ragionamento: «In un certo senso attraverso questo miracolo avvenuto per intercessione di Newman egli è divenuto, in questo frangente, il protettore della vita nascente e della famiglia».
Il rito di stamani in piazza San Pietro presieduto dal Papa segna forse il traguardo finale di tutta la vita di Newman sempre proteso verso le “cose di lassù”, come direbbe un suo estimatore il cardinale Giacomo Biffi. Basti pensare al motto iscritto sulla sua tomba: Ex humbris et imaginibus in veritatem («Dalle ombre e dalle figure alla Verità»). «Mi viene spesso in mente – conclude il religioso – un aneddoto legato alla sua vita. Un bambino chiese a Newman: “Chi è più grande: un cardinale o un santo?”. E la sua risposta fu: “Vedi piccolo mio, un cardinale appartiene alla terra, è terrestre; un santo appartiene al cielo, è celeste”. Anche in questo con la canonizzazione di oggi è stato esaudito».